Anziano ridotto in schiavitù da moglie e figlio. Non lo facevano mangiare, lo picchiavano, lo offendevano, lo costringevano a girare nudo per casa e anche ad inginocchiarsi per chiedere “perdono”. Nel grossetano un 70enne era stato praticamente ridotto in schiavitù dal figlio e dalla moglie.
La moglie di 64 anni, già condannata nel 2016 a 1 anno, 9 mesi e 10 giorni per gli stessi reati nei confronti del marito, e il figlio della coppia, 21enne, sono accusati di maltrattamenti e lesioni personali.
Oggi al tribunale di Grosseto si è svolto l’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il figlio ha invece ammesso ogni responsabilità. Davanti al giudice avrebbe affermato “di vergognarsi di aver fatto quelle cose. Ho sbagliato e sono pentito”, riferendo che gli episodi sarebbero stati causati da un periodo “di forte stress, dovuto anche al contratto in scadenza e al dover lasciare la casa in Maremma”.
Sono stati i vicini di casa della famiglia, che viveva in un appartamento nella zona nord della provincia di Grosseto, ad avvertire i carabinieri. L’uomo ha sempre negato di essere vittima di maltrattamenti, anche in presenza dei militari, chiamati più volte sul posto.
Nel provvedimento notificato lo scorso 4 maggio, il gip, su richiesta del pm, ha definito i rapporti familiari come “rapporti che si reggevano su soprusi, vessazioni e sopraffazioni”.
I militari, dopo una lunga indagine, avevano portato alla luce l’inferno a cui l’uomo doveva sottostare quotidianamente. La famiglia, che si era trasferita a Biella da qualche mese, ha ricevuto la notifica dell’ordinanza del giudice Mezzaluna che prevede l’allontanamento di moglie e figlio dalla casa di famiglia.