Appropriazione indebita di un gatto è il reato per il quale gli agenti del commissariato di Assisi, a seguito di querela della presunta persona offesa, hanno denunciato a piede libero una italiana di 54 anni, titolare di una struttura di accoglienza per gli animali. La vicenda è ricostruita dalla questura di Perugia in un comunicato. Con i poliziotti, la presunta vittima ha sostenuto che nel 2019, a causa di alcuni problemi di salute della madre era dovuta partire per la Svizzera prima di ultimare le vaccinazioni necessarie a ottenere il passaporto veterinario per il gatto.
L’appropriazione indebita del gatto
A quel punto, si era rivolta ad un centro a cui lasciare in custodia l’animale con l’intenzione di tornare a riprenderlo successivamente. A causa della pandemia da Covid, la donna – sempre in base a quanto riferito dalla polizia – aveva però dovuto posticipare il ritorno ad Assisi. Qualche mese fa era poi tornata in Italia per riprendere il gatto e saldare il conto, ma – si legge ancora nella nota della questura – si era imbattuta in un “secco rifiuto” della responsabile della struttura. L’altra donna ha così chiesto aiuto alla polizia di Stato che ha proceduto alla denuncia.