Arresti domiciliari per dieci agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Foggia accusati di aver torturato due detenuti durante un violento pestaggio avvenuto l’11 agosto del 2023. I dieci agenti sono accusati di tortura, abuso d’ufficio, abuso di autorità contro arrestati o detenuti, omissione di atti d’ufficio, danneggiamento, concussione, falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. L’ordinanza è stata emessa dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della procura che ha coordinato le indagini dei carabinieri.
Nel corso delle indagini sarebbe stata accertata la predisposizione e la sottoscrizione di atti falsi finalizzati a nascondere le violenze compiute e a impedire che venissero emesse le diagnosi delle lesioni riportate dai detenuti. Sarebbero state inoltre accertate anche minacce e promesse di ritorsioni attraverso le quali due indagati avrebbero costretto le vittime a sottoscrivere falsi verbali di dichiarazioni in cui fornivano una versione dei fatti smentita dagli esiti delle indagini.
Le parole del senatore Ivan Scalfarotto
“I fatti emersi a Foggia sono gravissimi e i particolari li rendono ancora più agghiaccianti.. I fatti di Foggia costituiscono l’ennesima prova delle serissime difficoltà in cui si dibatte il sistema carcerario italiano”. Così in una nota stampa Ivan Scalfarotto, capogruppo di Italia Viva, il Centro, Renew Europe in commissione Giustizia in Senato, chiedendo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio disponga ispezione e riferisca in aula. “Non solo il carcere – prosegue Scalfarotto – dimostra ogni giorno di essere lontano dall’assolvere la sua funzione costituzionale di reinseirmento sociale del reo ma sempre più spesso non è nemmeno in grado di garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone che vi si trovano. Ma questi sono doveri fondamentali di uno stato democratico. E’ assolutamente inammissibile – conclude – che lo stato eserciti violenza fisica su persone affidate alla sua custodia”.