Un uomo di 49 anni, di San Biagio di Callalta (Treviso), si è suicidato impiccandosi all’interno della sua abitazione, un giorno prima di un processo per direttissima che lo avrebbe visto imputato per un furto di scarso valore.
A dare l’allarme era stato ieri l’avvocato Mario Nordio, suo legale, dopo aver avuto la comunicazione da parte dei carabinieri che l’uomo era irreperibile. “Era un introverso – ha raccontato l’avvocato – e si sentiva perseguitato per una vicenda legata alla sua ex fidanzata, madre di suo figlio. Una situazione che nell’ultimo periodo gli aveva causato un forte disagio a livello psicologico”.
Il 49enne aveva precedenti per piccoli furti, resistenze a pubblico ufficiale, e infine nel 2014 era stato arrestato per un tentativo di furto in una villa nel trevigiano, per cui venne condannato a due anni e due mesi di reclusione, scontati agli arresti domiciliari fino a ottobre. Nel frattempo aveva avuto un figlio dalla compagna, ma in seguito alla rottura del rapporto con la donna aveva perso la custodia del figlio, poi era stato denunciato per stalknig, con un’ulteriore condanna.
Due giorni fa era stato notato all’interno di un edificio abbandonato, tentando di scassinare una porta, senza sottrarre nulla di valore, e arrestato in flagranza di reato; era stato posto agli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima a Treviso, ma nella notte si è tolto la vita.
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