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Asintomatici tra la gente, tamponi negativi addio: cinque giorni, in teoria

Anno nuovo regola nuova di governo nuovo: i contagiati da Covid se asintomatici dopo cinque  giorni (da cosa?) possono uscire di casa (se mai ci sono rimasti), andare tra la gente (già lo facevano), avere tutti i contatti sociali che vogliono senza passare per la “stazione” del tampone. Dall’anno nuovo tampone negativo non è più passaporto sanitaria, non è più stazione obbligata per tornare in pieno alla vita sociale. Bastano cinque giorni da asintomatici. Facevano prima a dire: decidete voi, fate ciascuno come vi pare e come vi sentite. Perché dire cinque giorni da asintomatico vuol dire molto poco, un poco che si avvicina al niente.

Chi decide l’asintomaticità?

Asintomatico vuol dire troppe cose, soprattutto è una misurazione, valutazione a misura…individuale. Se ho solo raffreddore sono a tutti gli effetti asintomatico? E se ho solo mal di testa? E se, ancor meno valutabile, ho quella che i medici chiamano astenia e la gente comune fiacchezza? Sono situazioni di asintomaticità sostanziale o no? Chi lo misura, chi lo decide? Di fatto ciascuno per se stesso. Secondo umore, opinione, carattere, voglia.

Ci si scopre contagiati da Covid a seguito di un tampone che risulta a referto positivo, tampone che si va a fare dopo che alcuni sintomi hanno fatto venire il sospetto di aver preso il Covid. Si parte quindi nella generalità dei casi da una condizione di sintomaticità (altrimenti perché il tampone?) soggettivamente percepita come tale e che il tampone positivo conferma. Poi chi valuta, decide, misura e ora secondo disposizioni governative stabilisce l’intervenuta asintomaticità? Non un termometro, non un tampone, non una analisi, non un laboratorio, non un medico. Lo misura, valuta, decide e stabilisce ciascuno per se stesso.

Cinque giorni da…da che?

Cinque giorni dal momento che ciascuno ha deciso, stabilito, valutato di essere diventato asintomatico. Di fatto cinque giorni a partire da una data a piacere secondo sensibilità, umore e carattere individuale. Dunque, mi sento asintomatico da martedì e quindi, a norma governativa, domenica esco tra la gente, vado a cena fuori, a casa degli amici, allo stadio. Magari anche sabato che, a contare bene, mi sento asintomatico da lunedì sera. Il tampone negativo (cioè che dava esito negativo alla ricerca di traccia del virus nell’organismo) che prima era la prova provata della mia non contagiosità…era però anche una rottura di scatole, una limitazione, una burocrazia, un certificato. Quindi si è decisa e scelta una…semplificazione. Contagiati dal Covid (detti anche positivi al primo tampone), appena vi sentite bene (magari anche se resta un po’ di sporadica tossetta), cioè secondo vulgata generale appena non avete più febbre, contate fino a cinque (giorni) e poi fuori tra la gente, in giro. Senza passare per il “via” che prima era il tampone negativo che certificava l’annullamento del contagio.

Giusto, sbagliato? La scienza e la realtà non funzionano così

I talk show, le opinioni, il senso comune funzionano a giusto o sbagliato. E anche il pensare diffuso si compiace di accogliere l’auto evidenza che una cosa è giusta o sbagliata. On/off è il meccanismo che la gente e la classe dirigente applicano all’interpretazione del reale. Solo che la realtà non funziona a giusto/sbagliato. Non gioca a questo gioco la materia, l’universo e neanche la storia delle azioni degli umani. Tanto meno la scienza funziona ad on/off. Men che mai la medicina. Alla domanda: giusto o sbagliato che ciascuno che si sente e valuta asintomatico (dopo essere stato contagiato) vada tra la gente dopo cinque giorni di auto conteggio alla rovescia senza verifica di tampone negativo, l’unica risposta veramente scientifica sarebbe, è: dipende.

Dipende da molti fattori. Biologici e sociali. Uno dei quali è la scelta politica e la cultura che ad essa sempre è sottesa. La scelta politica del governo nuovo nell’anno nuovo è che il Covid è malattia individuale e non più e mai più emergenza e danno socio sanitario collettivo. Avvertire i fragili che per loro c’è un rischio e quindi, se vogliono, si vaccinino. Avvertire i molto anziani che per loro c’è un rischio e quindi, se vogliono, stiano prudenti tra la gente…E poi, per gli altri, chi il Covid se lo becca non s’ingrugni. Passa, basta contare fino a cinque e il governo amico alla fine del conto ti libera dalla schiavitù del tampone che sembrava…una tassa.

Mino Fuccillo

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