In una storia riportata da BergamoNews, emerge un caso intrigante che solleva interrogativi sulla precisione degli esami del sangue e sulla giustizia italiana. Cinque anni fa, un giovane automobilista astemio di 27 anni si è trovato coinvolto in un tragico incidente stradale sulla strada Dalmine-Villa d’Almè, che ha portato alla morte di un motociclista. Nonostante l’assunzione di alcol non facesse parte delle sue abitudini, il giovane è risultato positivo all’alcol test con un tasso sorprendentemente alto di 1,58, tre volte superiore al limite consentito. Questo fatto ha sollevato domande sulla precisione degli esami e sulle circostanze che potrebbero aver portato a un risultato così inaspettato.
Il giovane ha raccontato di essere stato dimesso dal pronto soccorso senza alcuna prescrizione medica dopo l’incidente, e di essere venuto a conoscenza dei risultati positivi solo successivamente, quando è stato informato dal suo avvocato che era sotto indagine per omicidio stradale. Nonostante la sua posizione sia stata poi archiviata, lo confermerebbero anche esami specialistici al fegato, il mistero rimane: è possibile che una persona astemia risulti positiva al test dell’alcol in queste circostanze? Una consulenza prodotta dalla difesa ha suggerito che potrebbe esserci stato un falso positivo, dovuto alla somministrazione di Valium seguita dal prelievo di sangue nello stesso braccio. La sentenza finale dovrebbe essere emessa entro la fine di aprile, e solo allora si saprà se anche per la giustizia italiana si è trattato di un vero falso positivo.