Ci sono tre indagati per la morte del piccolo Mattia Coada, il bambino di 8 anni morto il 28 dicembre all’ospedale civile di Venezia, dove il piccolo era arrivato dopo un malore in casa durante la notte. I tre indagati sono tre medici dell’Ulss 3 Serenissima in servizio nel reparto di Pediatria dell’ospedale. Il pubblico ministero che sta seguendo la vicenda ha fissato per oggi l’udienza per il conferimento dell’incarico per lo svolgimento dell’autopsia.
L’autopsia è stata disposta dalla Procura, “ritenuto che sorgendo sospetto di reato occorre procedere all’autopsia – si legge nel provvedimento – nelle forme dell’accertamento tecnico non ripetibile, per accertare le cause del decesso di Mattia”.
Il pm ha nominato come consulenti la dottoressa Alessia Viero, del dipartimento di Medicina Legale dell’azienda ospedaliera universitaria di Padova e il professor Egidio Barbi dell’Irccs materno infantile “Burlo Garofalo” di Trieste. Oggi nell’udienza tutte le parti convenute potranno nominare i propri consulenti. La famiglia Coada, che risulta essere parte offesa nel procedimento, ha scelto tre professionisti: i medici legali Antonello Cirnelli, Silvia Tambuscio e Andrea Galassi. Anche la difesa dei tre medici indagati potrà nominare i propri consulenti. L’autopsia sul piccolo Mattia dovrebbe essere effettuata venerdì, o, al più tardi, lunedì. La salma verrà trasferita per tutti gli accertamenti all’ospedale all’Angelo di Mestre.
La Procura si è mossa in conseguenza di un esposto presentato in Procura dai genitori che ricostruiscono quanto avvenuto in quella notte: dal primo accesso al punto di primo intervento dell’ex ospedale al mare alle 3.30 del 28 dicembre al trasferimento all’ospedale civile dei Santi Giovanni e Paolo, dove il paziente sarebbe arrivato in idroambulanza circa alle 4. Dal pronto soccorso del Civile c’è stato, l’ingresso nel reparto di Pediatria. I genitori vogliono capire cosa sia successo nel volgere di circa 12 ore di ricovero, in cui la situazione ha fatto registrare un peggioramento, fino a un primo arresto cardiocircolatorio, accertato poco dopo le 16, e il decesso costatato alle 17.09. “I genitori – spiega l’avvocato della famiglia – vogliono unicamente sapere la verità, cosa sia successo e accertare se vi siano eventuali responsabilità”.
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