Un bar pasticceria di Reggio Emilia fa e vende croissant e biscotti con la farina di grillo. Si tratta del Palapa di via Tenni che ha lanciato sul mercato i nuovi prodotti che stanno riscuotendo la curiosità dei clienti. “
Credo che siamo i primi al mondo a vendere brioche e biscotti con questa farina – racconta all’edizione reggiana del Resto del Carlino il titolare Michele Taddio – la novità è stata presa con moltissima curiosità, a molti clienti piace, altri preferiscono quelle classiche. Come sapore ricorda quello delle brioche integrali. La nota caratteristica è che possiede un alto valore proteico”. Le brioche con la farina di grillo costano due euro, cinquanta centesimi in più di quelle classiche, dovuto al fatto, spiega il titolare, che la farina di grillo costa 13,50 euro all’etto.
Bar ma non solo: farina di grillo sì, farina di grillo no
Proprio in queste settimane l’Europa ha autorizzato il commercio di farine con insetti. Decisione che ha spinto il Governo ha varare dei decreti per regolarizzare il mercato.
“Sono stati firmati 4 decreti che riguardano 4 diverse farine derivanti da insetti, ovvero cibi non tradizionalmente presenti nell’alimentazione.
Ci si può nutrire di quello che più si ritiene idoneo” ma “per quanto riguarda la farina di grillo, locusta migratoria, verme della farina e larva gialla, pensiamo serva un’etichettatura che specifichi in modo puntuale e visibile quali prodotti hanno derivazione da questi insetti”.
Lo ha spiegato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida in una conferenza stampa congiunta insieme al ministro del made in Italy, Adolfo Urso, e della Salute Orazio Schillaci.
La domanda resta: farina di grillo sì o farina di grillo no?