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Benzinai, dalle minacce alla revoca: uno sciopero… all’italiana

Prima hanno minacciato più o meno tutti, dal Governo in giù, poi hanno chiesto tavoli di confronto, poi hanno indetto lo sciopero, poi hanno provato a trattare, poi hanno confermato di nuovo lo sciopero, tremendo sciopero, sciopero di due giorni, sciopero ovunque, sciopero che bloccherà l’Italia poi, dopo il primo dei due giorni di sciopero previsti… hanno fatto marcia indietro. 

Uno sciopero… all’italiana

Uno sciopero all’italiana, lo sciopero dei benzinai. Benzinai arrabbiati contro il Governo cattivo che vuole costringerli a mettere il prezzo medio nazionale. 

Benzinai arrabbiati che minacciavano di bloccare l’Italia. Benzinai arrabbiati che per qualche ora hanno costretto gli italiani in coda ai distributori per fare il pieno. Qualcuno di questi automobilisti, bisogna ricordarlo, si è fermato con la macchina in panne per colpa della benzina allungata con l’acqua. Ma questi sono dettagli. Benzinai arrabbiati che hanno costretto più o meno tutti a cercare su Google le improbabili liste dei distributori che sarebbero rimasti aperti in zone più o meno sconosciute d’Italia.

Benzinai arrabbiati che però dopo soltanto un giorno, forse guardando le casse un po’ vuote di giornata, hanno deciso che forse non ne valeva così tanto la pena. “Lo abbiamo fatto per gli automobilisti” ora dicono nel comunicato che annuncia la resa. Ma allora perché annunciarlo di due giorni? Certo, cari benzinai, lo avete fatto per gli automobilisti. Sicuro.

 

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