Beppe Grillo dal palco di Bologna avverte: “Io dubito che una persona incorruttibile sia una persona per bene. Hitler era incorruttibile, vegetariano, amava i cani, una vita moderata”. Poi ricorda la realtà del porto di Genova:
“Voi non avete mai percepito il porto come è. Io ci ho vissuto, mio padre ci ha lavorato, ci ho lavorato anche io. Adesso abbiamo questa sensazione che si ruba, ruba, ma hanno sempre rubato tutti, si rubava tutti, ma funzionava tutto. Il sale, lo zucchero, il caffè, poi veniva fuori un televisore arrivato dalla Cina. Ma nessuno si è mai arricchito. Era meraviglioso”.
Raccontavano i vecchi genovesi che i portuali di una volta, quando non c’erano i container ma le “merci alla rinfusa”, si facevano cucire dei pantaloni moltolarghi in vita e chiusi alle caviglie. Quando scaricavano il caffè, allargavano la cintura e un po’ di quei chicchi finivano sotto la cintura del camallo.
“Poi un giorno un portuale ha deciso di non rubare più. Ha detto: “stasera non esco” e ha fatto saltare la scaletta. Da tutti i ladri si è formato l’onesto, noi che chiedevamo onestà. Io dubito che una persona incorruttibile sia una persona per bene”.
L’esternazione di Grillo sorprende Emanuela Giampaoli, la cronista di Repubblica, organo del moralismo nazionale e del partito dei giudici: “Dal palco di Bologna il fondatore del Movimento 5 stelle interviene per la prima volta sull’affaire Toti ma sulla corruzione arrivano parole ambigue”.
Dal palco di Bologna il fondatore del Movimento 5 stelle interviene per la prima volta sull’affaire Toti ma sulla corruzione arrivano parole ambigue.
Sul palco, nota Giampaoli, prevale la malinconia, quando racconta di sentire che il suo è stato un fallimento. “Sono io che ho voluto così, ho inventato il sold in. Voi che siete qui mi volete almeno un po’ bene, avete pagato un biglietto, non sono riuscito nemmeno a dare i biglietti omaggio. Non li hanno voluti. Ma è possibile maledetti dopo quello che ho fatto per voi? Dopo tutti i casini che mi sono preso. Ho tolto lo scatto alla risposta e mi ricambiate così. Non ci sto a scomparire con me, vi porto via con me”.
Forse Beppe Grillo comincia a rendersi conto del danno che ha fatto all’Italia.
Parla davanti a una platea piena solo per metà, da palasport, piazze e teatroni sold out a 500 spettatori nemmeno nel quarto teatro cittadino. Sul palco prevale la malinconia, quando racconta di sentire che il suo è stato un fallimento. «Sono io che ho voluto così, ho inventato il sold in – dice – Voi che siete qui mi volete almeno un po’ bene, avete pagato un biglietto, non sono riuscito nemmeno a dare i biglietti omaggio. Non li hanno voluti. Ma è possibile maledetti dopo quello che ho fatto per voi? Dopo tutti i casini che mi sono preso. Ho tolto lo scatto alla risposta e mi ricambiate così. Non ci sto a scomparire con me, vi porto via con me».
La sua parabola ebbe inizio proprio a Bologna, ricorda Giampaoli, dove ha mosso i primi passi da leader politico con il Vaffa Day, nel 2007 quando riempì piazza Maggiore ,dove venne trasportato dalla braccia di 50 mila persone su un canotto. Allora lo acclamavano tutti, era l’inizio della sua ascesa.
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