Seduta in deciso rialzo per i titoli di Mfe, la holding di diritto olandese quotata a Piazza Affari cui fa capo il gruppo televisivo Mediaset.
Nel giorno della scomparsa di Silvio Berlusconi il titolo in chiusura ha guadagnato nella categoria A il 5,86% a 0,5 euro riducendo la distanza rispetto all’azione di categoria B (+2,32% a 0,70) alla quale sono assegnati 10 diritti di voto.
Il mercato scommette sull’ipotesi possa essere venduta dagli eredi anche se la volata vista in mattinata in Borsa si è ridotta nel finale. Le stesse speculazioni non hanno riguardato Mondadori (+1,54%), né tanto meno la partecipata Mediolanum (+0,39%).
“Non è difficile immaginare che se arrivassero le offerte giuste la famiglia Berlusconi si potrebbe disimpegnare da Mfe ed è questo il motivo per cui sale il titolo”.
E’ la visione degli analisti sulla reazione di Borsa alla morte di Silvio Berlusconi. Le azioni di categoria A, che trattano a sconto rispetto alle B, guadagnano il 6,18% a 0,50 euro, quelle di categoria B il 3,27% a 0,71 euro.
La lunga malattia, i recenti ricoveri fanno immaginare che le aziende fossero preparate alla sua scomparsa e quindi non sono attesi scossoni e in generale il mercato si aspetta che tutto prosegua “in un’ottica di continuità”.
Tuttavia anche se “oggi è prematuro immaginare un orizzonte temporale”, la Borsa specula sulle difficoltà di gestire una famiglia allargata come quella del Cavaliere. La sua morte può quindi “aprire scenari tutti da scrivere” nei quali il mercato “vede la possibilità di uno sviluppo che generi valore”.
E qualche considerazione su un possibile compratore porta a Vivendi (-0,91% sul listino di Parigi) che di Mfe è il secondo azionista. Il primo banco di prova per valutare la compattezza, dei cinque figli di Silvio Berlusconi verso le scelte aziendali sarà l’operazione di integrazione a livello europeo di Mediaset che rimane sul tavolo.
La Borsa non si aspetta invece cambiamenti nella partecipazione in Mondadori (+1,33%) e nemmeno la quota in Mediolanum (-0,42%) è mai stata messa in discussione, né lo è ora.