La vicenda legata alla disabilità neurologica di una bimba, derivante da presunte colpe mediche durante il suo parto presso l’ospedale Sant’Anna di Torino nel 2019, ha scosso profondamente la comunità e ora è al centro di un processo legale che coinvolge due ostetriche e due ginecologi. Il quadro clinico della neonata, nata con segni di sofferenza durante il travaglio prolungato e successivamente diagnosticata con danni cardiaci, renali e una grave disabilità neurologica, ha portato il pubblico ministero Giovanni Caspani a contestare una serie di omissioni da parte del personale medico. Si rimprovera loro di aver proposto inizialmente un tentativo di parto vaginale dopo un precedente cesareo, trascurando il monitoraggio continuo dell’attività cardiaca fetale e la mancata individuazione di segni di sofferenza fetale.
Le accuse
Le accuse si concentrano sulla mancata esecuzione tempestiva del cesareo e sull’omissione di importanti procedure cliniche, come il partogramma e il monitoraggio clinico. Secondo le perizie della Procura, queste presunte negligenze hanno causato un’ipossia prolungata alla neonata, risultando nei danni che ha subito e negli effetti devastanti sulla sua salute. Il processo si basa principalmente su consulenze tecniche che evidenziano una presunta sottovalutazione dei rischi associati al parto spontaneo e la mancanza di esecuzione di tutti gli accertamenti necessari. La Procura sostiene che ci fosse una probabilità significativa di fallimento nel tentativo di parto vaginale, sebbene non tutti gli accertamenti fossero stati eseguiti.