L’introduzione del limite di 30 km/h a Bologna sta generando polemiche nella prima città grande italiana ad aver messo in atto l’ordinanza, in vigore dallo scorso 15 gennaio. Intanto sono arrivate le prime multe, anche se i vigili, fa sapere il Comune, hanno riscontrato un deciso rallentamento della velocità in tutte le strade della città e un rispetto dei limiti diffuso. Il primo multato per aver superato i 30 km/h è stato un uomo, beccato mentre viaggiava alla velocità di 39 km/h, per lui una multa di 42 euro (ridotta a 29,40 se pagata entro cinque giorni).
Da parte sua l’amministrazione mette al primo posto la sicurezza dei cittadini, perché con un limite così basso si dovrebbe dimezzare il rischio di incidenti, come confermato tra l’altro da uno studio portato avanti a Vancouver, in Canada. Ma non mancano i malumori, che hanno raggiunto anche i vertici della politica nazionale. E soprattutto, per il futuro prossimo, dobbiamo aspettarci scelte simili in altre città? Probabilmente non in quelle amministrate dalla Lega. Inoltre, è giusto multare chi supera di pochissimo il limite? Il primo multato a Bologna non la pensa così. “Che cosa penso della Città 30? Meglio non farmi parlare”, ha detto, come si legge sul Corriere della Sera.
“Costringere un’intera città a bloccarsi a 30 all’ora rischia di essere un danno per tutti, a partire da chi lavora, senza benefici proporzionali in termini di sicurezza e riduzione delle emissioni. Sono molto sorpreso che il Comune motivi il provvedimento anche con la necessità di non coprire il cinguettio degli uccellini col frastuono dei veicoli. E mi sorprende che l’amministrazione mi rinfacci quanto fatto dal ministro precedente, Enrico Giovannini, che aveva auspicato l’adozione di zone 30. Imporre il limite in tutto il comune (e non solo nelle zone più a rischio) tradisce lo spirito della norma. Ho chiesto al mio ministero tutte le verifiche possibili a tutela dei Bolognesi, e sono pronto al confronto con l’amministrazione, auspicando buonsenso e concretezza“. Queste le parole del vicepremier e ministro Matteo Salvini.
Le multe per il superamento del limite di 30 chilometri orari sulla maggior parte delle strade di Bologna “ha portato a proteste fisiologiche di cittadini e cittadine e automobilisti per la paura del cambiamento, ma si tratta di un provvedimento innovativo per la salvaguardia della vita delle persone e l’azzeramento delle morti in strada nelle aree urbane“. Lo afferma Legambiente. Il presidente Stefano Ciafani esprime a nome della ong “pieno sostegno al sindaco Matteo Lepore nel portare avanti un provvedimento innovativo e importante”, che ha tra gli obiettivi anche “l’integrazione tra le diverse composizioni modali di trasporto, il rispetto degli impegni climatici, la significativa fluidificazione del traffico e la riqualificazione dell’ambiente urbano mediante la restituzione di spazio pubblico alle persone migliorando la loro vivibilità, sicurezza e socialità”.
Nel ricordare che è un modello di mobilità “ben collaudato nelle grandi città europee di Bruxelles, Valencia, Oslo, Grenoble, Helsinki”, Ciafani afferma che “i dubbi lasceranno spazio alle certezze” e “al Governo e Parlamento chiediamo di approvare tutti gli emendamenti sul nuovo Codice della strada che riguardano la moderazione della velocità e le Città 30, all’esame della Commissione trasporti della Camera, per avere un Codice della strada che sia innovativo e che non lasci Bologna essere l’unica città europea in tutta Italia (insieme ad Olbia) a misura di persona”. Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna e Claudio Dellucca, presidente del Circolo Legambiente Bologna chiedono “interventi urbanistico-architettonici per favorire il rispetto dei limiti nei tratti più critici della rete stradale, affiancati a una campagna di sensibilizzazione ed informazione rivolta a tutti gli utenti della strada”.