Tra le modifiche approvate in Consiglio dei ministri al decreto legge sulla trasparenza dei prezzi sui carburanti c’è la proroga del bonus benzina per tutto il 2023. Si tratta di uno sconto del valore di 200 euro che i datori di lavoro possono offrire ai propri dipendenti. La norma stabilisce, inoltre, che l’incentivo economico non concorre alla formazione del reddito dell’impiegato che lo riceve. In un primo momento, la proroga era stata prevista fino a fine marzo, poi è stata estesa al 31 dicembre 2023.
Come funziona il bonus benzina
Il bonus benzina da 200 euro è stato introdotto a marzo 2022, dopo l’aumento della quotazione delle materie prime energetiche che ha fatto impennare i prezzi dei carburanti oltreché le bollette di luce e gas. Lo scopo di questo incentivo è di aiutare i lavoratori, in particolare i pendolari, con un “benefit” fornito su iniziativa delle aziende private e dei datori di lavoro. Sul bonus benzina non vengono pagate imposte, tasse e contributi. Lo sconto è deducibile ai fini Irpef e Ires, senza concorrere alla formazione del reddito del dipendente. Non c’è alcun obbligo: la decisione su come agire, sia se offrire il bonus benzina sia su come selezionare la platea dei beneficiari, spetta alla singola azienda. E non c’è bisogno di presentare alcuna domanda, per la stessa ragione. Nel caso in cui il dipendente venga “selezionato” dall’azienda, riceverà l’incentivo in maniera automatica.
A chi spetta il bonus
Non ci sono requisiti o limiti di reddito. Lo sconto sui carburanti è potenzialmente rivolto a tutti e a prescindere dall’inquadramento contrattuale. In caso di adesione all’iniziativa, il datore di lavoro può usufruire di due diverse modalità di erogazione: come “fringe benefits”, dal momento che il limite di importo per i buoni benzina è fissato a 258.23 euro, e come uno o più buoni carburante.
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