Ormai quello delle borseggiatrici in Italia oltre al rischio quotidiano di essere derubati, è anche un trend sui social. E per loro invece l’Italia è un vero e proprio “paradiso”. E’ quanto disse, in un’intercettazione registrata dalla Squadra mobile di Milano, una rom che nel 2019 raggiunse la cifra record di 45 arresti. L’indagine di allora, svelò un mondo criminale che è piccolo solo in apparenza.
Borseggiatrici in Italia, furti in calo secondo il Viminale
Eppure secondo gli ultimi dati del Viminale i furti sono in calo: 21.560 nel 2021 contro i 24.556 di dieci anni prima. E fino all’anno del lockdown il numero è sempre rimasto sopra quota 25mila. Negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, riporta Il Corriere della Sera, la sola squadra Mobile, che ha gruppi dedicati alla caccia ai borseggiatori, ha fatto praticamente un arresto al giorno: 84. Nei primi due mesi e mezzo di quest’anno, i numeri sono gli stessi: 75 arresti. Un’analisi dice però che solo 14 degli 84 arrestati del 2022 sono stati rilasciati senza misure in attesa di giudizio. Per 15 è stato disposto il carcere, per gli altri i giudici hanno stabilito misure cautelari come obbligo di firma o divieto di dimora.
I furti organizzati e gestiti in famiglia
Ma cosa c’è dietro le bande delle borseggiatrici? Un sistema ben organizzato. Spesso ad agire sono sorelle, mogli o cugine dei veri organizzatori. Sono gli uomini a indicare le aree. Di solito si puntano turisti e si scelgono aree molto affollate. Quando arriva l’estate e Milano si svuota, molte bande si trasferiscono al mare, o nelle città come Roma, Firenze e Venezia. Proprio da qui provengono alcuni dei gruppi di origine bosniaca e serba più attivi. La residenza spesso rimanda a Roma, ma sono stanziali a Milano. Il sistema è appurato: le donne rubano, gli uomini organizzano, gestiscono e spartiscono i guadagni.
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