Bruno Astorre una settimana fa aveva tentato il suicidio dalla stessa finestra. A riportare la notizia è il Corriere della Sera. L’esponente del Pd, 60 anni fra una settimana, è precipitato da una finestra del quarto piano di Palazzo Cenci a Roma, finendo nel cortile interno. Il tutto è avvenuto alle 13 circa di ieri, venerdì 3 marzo.
La Procura ha aperto, come atto dovuto, un fascicolo per istigazione al suicidio. La Polizia ha effettuato con la Scientifica un sopralluogo nel suo ufficio alla ricerca di biglietti o altri documenti che possano spiegare il motivo del gesto estremo. Gli inquirenti hanno ascoltato parenti, amici e colleghi per capire meglio lo stato d’animo del senatore. Acquisiti lo smartphone e altri strumenti informatici usati da Astorre.
L’ultima intervista di Bruno Astorre del suicidio
Due ore prima di togliersi la vita in Senato – come ipotizzano le prime indagini degli inquirenti – Bruno Astorre era al caffè Black Jack di Grottaferrata dove, in diretta, ha partecipato a una rassegna stampa in streaming. Durante la trasmissione si è fatto servire un tè al limone e qualche bicchiere d’acqua. Più volte è scoppiato a ridere. L’unica spia di qualcosa di anomalo era nella cadenza della parlata: spesso biascicata e non sempre comprensibile. Andato via dalla trasmissione, dopo avere detto che si sarebbe fermato nel territorio (i Castelli romani), Astorre si è invece diretto in Senato ponendo tragicamente fine alla sua vita.
Chi era Bruno Astorre
Astorre, presidente del Consiglio regionale del Lazio fra il 2009 e il 2010, era senatore dal 2013, ed era stato rieletto nel 2022 come capolista nel collegio plurinominale Lazio 2. Suo a novembre l’ordine del giorno del Pd laziale, approvato 49 voti su 50, di scegliere Alessio D’Amato come candidato dem da contrapporre a Francesco Rocca rappresentante del centrodestra e oggi nuovo governatore.
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