A Modena una alunna di 15 anni di un Istituto superiore non ha più frequentato le lezioni da Pasqua, cioè da quando una compagna ha cominciato a minacciarla attraverso ripetuti messaggi (“Ti devo fare un nodo alla gola”, per fare un esempio).
Alla base del comportamento della coetanea un episodio avvenuto proprio la scorsa primavera, ovvero l’assenza della vittima da scuola un giorno in cui era in programma una verifica. Secondo la ‘bulla’ il non presentarsi in classe avrebbe pesato sul voto finale di tutto il team, cui entrambe facevano parte.
Assenza, chiariscono oggi i genitori della 15enne, legata in realtà a problemi di salute di cui la figlia soffre da tempo. Quel giorno, dopo la verifica, la minorenne comincia a ricevere i messaggi espliciti sul telefonino.
A tal punto espliciti, quanto minatori, raccontano ancora i genitori, che l’alunna decide di non voler più rimettere piede in quell’Istituto.
“La mattina – le parole del padre rilasciate alla stampa locale – mia figlia si svegliava con la paura che io la mandassi a scuola. Da genitore è brutto, anche perché non sai come aiutarla”.
Da Pasqua ad oggi che l’anno scolastico è giunto alla conclusione, la situazione non è cambiata. La 15enne a scuola non è tornata.
E’ stata comunque promossa, ma in quella classe non ha più voluto presentarsi per il timore che quelle minacce potessero diventare realtà. Le responsabilità di questo epilogo sarebbero da ricercare, aggiungono ancora i genitori dell’adolescente, anche fra le stesse mura di quell’Istituto superiore.
Perché, questo il pensiero di padre e madre, i responsabili della scuola poco avrebbero fatto per permettere un regolare reintegro della minorenne bullizzata, nonostante anche un neuropsichiatra avesse suggerito un graduale rientro in classe.
“Ha dovuto proseguire l’anno scolastico studiando a casa con la mamma – denuncia ancora il papà della minore -, cercando di rimanere in pari col programma. La dirigenza della scuola non ha preso provvedimenti”.
Versione ben differente, quella che invece arriva dall’Istituto: la dirigente scolastica spiega infatti di aver subito attivato lo psicologo scolastico e avviato anche un confronto diretto con la presunta bulla.
Quest’ultima ora potrebbe vedersi costretta a fare i conti con la denuncia penale che i genitori della compagna di classe hanno presentato ai carabinieri. L’ipotesi di reato è quella di minacce e come prova dell’accaduto i familiari hanno presentato i messaggi giunti sul cellulare della 15enne. “Nostra figlia oggi sta un po’ meglio – chiariscono papà e mamma -, ma quei momenti ancora le vengono in mente”.
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