“Le batterie al litio purtroppo possono prendere fuoco e quando questo accade è estremamente difficile estinguere le fiamme fino alla consumazione completa delle sostanze combustibili”.
Bus Mestre: incendio batterie è inestinguibile
Lo riferisce Massimo Guarnieri, docente del dipartimento di ingegneria industriale dell’università di Padova, responsabile del laboratorio di ingegnerizzazione dei sistemi di accumulo “Eescolab”, in relazione alle fiamme sviluppate nell’autobus caduto dal cavalcavia di Mestre nella serata di ieri.
“Quando si connettono più batterie assieme, come avviene in un mezzo a trazione elettrica – prosegue Guarnieri – è sempre possibile un fenomeno chiamato ‘runaway termico’.
Cioè il surriscaldamento di un accumulatore che si estende rapidamente anche agli altri. Se questo accade il mezzo si incendia completamente e lo abbiamo potuto constatare – aggiunge – anche in veicoli di altissima qualità, come automobili Tesla.
E’ un fenomeno raro ma noto da oltre 20 anni e che si può prevenire solo con una ottima progettazione dei sistemi di controllo termico”.
“Runaway termico”, raro ma succede (vedi Tesla)
Relativamente al caso del bus, Guarnieri ritiene più probabile che l’incendio sia scaturito da scintille avvenute dopo l’urto a causa della rottura dei compartimenti di isolamento delle varie sostanze chimiche, dal litio al cobalto al manganese, tutti elementi altamente reattivi.
“Quando si incendiano accumulatori di questo tipo – conclude – l’intervento dei vigili del fuoco è utile soltanto ad isolare il focolaio da altri corpi potenzialmente incendiabili. Ma è quasi impossibile che il fuoco si spenga senza aver prima esaurito tutto il contenuto delle batterie”.