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Cacciato di casa dai genitori perché gay. Un professore lo ospiterà fino alla maturità

Compiuti 18 anni ha trovato il coraggio di confessare apertamente alla sua famiglia la verità sul suo orientamento sessuale, ma sia la mamma che il papà gli hanno chiuso le porte in faccia. La sua sincerità ha provocato una serie di incomprensioni con i genitori, culminate nella richiesta dei genitori di abbandonare la casa di Pisa dove abitava. Senza un tetto e senza mezzi, il giovane, la cui storia è riportata oggi su Repubblica, si è trovato a vagare in cerca di un rifugio temporaneo, affidandosi alla gentilezza di amici e conoscenti. La svolta è arrivata grazie al sostegno ricevuto da un servizio locale contro le discriminazioni e alla straordinaria solidarietà di alcuni insegnanti della sua scuola. Uno di loro, dimostrando un sostegno tangibile e sincero, gli ha offerto una stanza nella propria casa, permettendogli così di continuare gli studi fino al diploma. “Mi hanno detto di andarmene perché non ero il figlio che volevano,” ha raccontato il giovane agli operatori del servizio Voice di Pontedera, descrivendo la profonda frattura con la sua famiglia e le incomprensioni, soprattutto con la madre e la sorella.

Emiliano Accardi, coordinatore di Voice, ha sottolineato l’importanza del gesto dell’insegnante: “È stato un gesto significativo e non scontato. Nel frattempo, il nostro centro continua a offrire supporto psicologico. Disponiamo di un gruppo di esperti, anche per questioni legali e di lavoro.” Questa storia non è un caso isolato, ma rappresenta una delle tante situazioni difficili affrontate da giovani che si scontrano con i pregiudizi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Voice, insieme ad altre organizzazioni associative, svolge un ruolo cruciale nel fornire supporto e orientamento non solo ai giovani in difficoltà, ma anche alle loro famiglie. “Abbiamo avuto dei genitori che sono venuti perché il loro figlio ha chiesto di iniziare un percorso di transizione di genere e avevano bisogno di strumenti per affrontare questa fase nel migliore dei modi,” ha aggiunto Accardi, sottolineando l’importanza di un impegno collettivo nella promozione dei diritti e nella sensibilizzazione culturale contro ogni forma di discriminazione.

Filippo Limoncelli

Romano, papà e giornalista. Scrivere di calcio è stata la mia vera e prima passione. Parallelamente, le mie altre grandi passioni, sono la musica e viaggiare. Tuttavia, credo fermamente che la pigrizia abbia il suo valore.

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