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Calci pugni e morsi alla fidanzata perché si prendeva cura del suo aspetto: ora il braccialetto, sempre tardi…

Calci, pugni e morsi alla compagna perché non condivideva che potesse prendersi cura del suo aspetto fisico poiché questo, secondo la procura di Perugia, ‘avrebbe potuto attirare l’attenzione di altri uomini’. Non voleva, nel modo più assoluto, che si facesse bella.

É l’accusa contestata a un trentenne indagato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nell’ambito di una serie di accertamenti condotti dal commissariato di polizia di Assisi e coordinati dalla Procura di Perugia.

Nei confronti dell’uomo è stata quindi disposta la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, disposta dal gip del capoluogo umbro. Le percosse hanno provocato alla donna lesioni giudicate guaribili in 10 giorni, come da referto medico di pronto soccorso.

Dall’indagine è emerso che la violenza fisica e di violenza psicologica ingeneravano un “grave” stato di ansia e di paura, tale da indurla a scappare di casa senza documenti, portafoglio e cellulare, chiedendo aiuto ad una passante per denunciare i fatti al commissariato di Assisi.

La ricostruzione della polizia ha consentito di accertare che i fatti si inquadravano in una vicenda più complessa caratterizzata già da episodi pregressi di analogo tenore denunciati dalla donna nel novembre 2023 e dai quali era scaturito un procedimento penale per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Nell’ambito di quest’ultimo, sempre su richiesta della Procura di Perugia, il gip applicava all’uomo la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, che, tuttavia, veniva successivamente revocata nel febbraio scorso, a seguito di remissione di querela.

Nello stesso mese, il questore di Perugia emetteva, “a tutela della donna”, un ammonimento a carico del compagno ma questi – secondo l’accusa -, incurante dei provvedimenti, perseverava nelle condotte, tanto da indurre la compagna ad allontanarsi dalla abitazione, dichiarando anche, all’accesso in pronto soccorso, che erano giorni che non mangiava.

In base all’indagine, alle dichiarazioni della donna, alle informative di polizia giudiziaria nonché ai referti del pronto soccorso, il gip ha emesso una ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con obbligo di mantenere una distanza non inferiore a 500 metri e contestuale divieto di comunicazione con la donna. E per assicurare il rispetto della misura, il giudice ha disposto il controllo mediante dispositivo elettronico.

Warsamé Dini Casali

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