Cardinale San Carlo Borromeo consacrò il Duomo di Guastalla il 18 febbraio 1575, festeggiato in Italia ogni 4 novembre.
Aveva solo 37 anni quando il cardinale Carlo Borromeo, all’epoca arcivescovo metropolita di Milano – già impegnato da protagonista nella riforma della Chiesa cattolica – venne a Guastalla.
Era il febbraio del 1575. Era venuto per la morte del cognato Conte Cesare Gonzaga , marito di sua sorella Camilla, nobildonna a sua volta impegnata nella istruzione delle confraternite religiose.
Il Conte Cesare, primogenito del condottiero imperiale Ferrante, era un uomo di cultura, fondatore di una Associazione letteraria e musicale. Oggi diremmo, con una connotazione positiva, un “visionario “, un anticipatore; non a caso la sua “Accademia degli invaghiti”, patrocinando L’Orfeo di Monteverdi, ha di fatto generato il melodramma.
Circondato da uomini di sicuro ingegno, Cesare Gonzaga pensò di dotare Guastalla di uno straordinario luogo di culto ed affidò il progetto all’architetto toscano Francesco Capriani detto il Volterra; un artista già molto noto per le sue opere di Roma come Palazzo Lancellotti di via dei Coronari o come la Basilica di Santa Pudenziana nel Rione Monti ( è la chiesa nazionale dei filippini).
Ma Cesare Gonzaga non fece in tempo ad assistere alla Consacrazione del Duomo perché la morte lo aveva colto tre giorni prima. San Carlo Borromeo arrivò dunque a Guastalla per essere accanto alla sorella e nel frattempo consacrò il Duomo. Una consacrazione fatta da colui che sarebbe diventato un Santo della Chiesa Cattolica canonizzato da Papa Paolo V nel 1610 ( Carlo Borromeo era morto il 3 novembre 1584 a Milano).
UN CARDINALE DI GRANDE FAMA
Già in vita Carlo Borromeo era un personaggio singolare. In un secolo in cui l’altezza media degli uomini non superava il metro e 65, Carlo Borromeo era alto più di un metro e 80, come lo ha descritto Federico Rossi di Marignano. Era non solo molto alto ma anche di corporatura robusta.
Arrivato a Milano nel 1566 riformò la Diocesi Ambrosiana vivendo in ascetica povertà. Ha dedicato la sua azione pastorale alla cura delle anime e alla moralizzazione dei costumi contribuendo alla coesione sociale sopratutto dei ceti più popolari.
IL SANCARLONE
La figura di San Carlo Borromeo e’ oggi ricordata con uno straordinario monumento, unico nel suo genere: una gigantesca statua posta nella natia Arona sul lago Maggiore; statua che è chiamata popolarmente il Sancarlone per le sue enormi dimensioni: una statua alta 23m., in lamina di rame fissata con rivetti su un’anima in muratura al cui interno è possibile accedere. San Carlo è inoltre ricordato da pittori e scultori come il Crespi o il marchigiano Antonio Concioli.
UN GRANDE RIFORMATORE
San Carlo è considerato tra i massimi riformatori della Chiesa Cattolica nel XVl secolo assieme a due altri giganti: lo spagnolo ( e militare ) Ignazio Di Loyola e il fiorentino Filippo Neri entrambi Santi. Carlo Borromeo e’ stato, come diremmo oggi ,anche un grande manager.
Ha fondato seminari, ha edificato ospedali e ospizi utilizzando le ricchezze di famiglia. È sepolto nel Duomo di Milano all’altare del Crocifisso. Nella Cattedrale riposa con illustri successori come Carlo Maria Martini e Il Cardinale Alfredo Schuster. L’Italia lo ricorda ogni 4 novembre.
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