Carlo Acutis, scomparso il 12 ottobre 2006 a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, ha lasciato un segno indelebile nella vita di chi lo ha conosciuto. Descritto come una “presenza positiva” dal gesuita Roberto Gazzaniga, suo assistente spirituale al liceo classico Leone XIII di Milano, Carlo era una di quelle persone che rendono il mondo un posto migliore semplicemente essendoci. Due mesi prima della sua morte, aveva registrato un video in cui, con un sorriso, affermava di essere pronto per il suo destino e chiedeva di essere sepolto ad Assisi. Papa Francesco ha recentemente riconosciuto un miracolo attribuito all’intercessione di Carlo, completando così il processo di canonizzazione. Carlo Acutis diventerà il primo santo dei millennials e della Rete, un titolo già prospettato in Vaticano, dove è visto come il futuro patrono di Internet. Attualmente, il patrono di Internet è Isidoro di Siviglia, vissuto tra il VI e il VII secolo. Papa Francesco ha elogiato Carlo come un modello di santità nell’era digitale, capace di utilizzare i media per trasmettere il Vangelo e valori positivi, invece di cadere nelle trappole del consumo e dell’ossessione per il tempo libero.
Carlo era un ragazzo normale, cresciuto in una famiglia della buona borghesia milanese, frequentando il liceo dai gesuiti del Leone XIII, giocando a calcio con gli amici. Tuttavia, si distingueva per due qualità straordinarie: una precoce genialità nell’informatica e una fede profonda e costante, che si manifestava nella partecipazione quotidiana alla messa, nell’adorazione eucaristica, nel rosario, nel servizio come catechista e nel volontariato. Carlo aveva creato un popolare sito web sui “miracoli eucaristici” e invitava tutti a seguire la propria strada, senza conformarsi: “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”. Il suo funerale vide una partecipazione talmente numerosa che la chiesa non riuscì a contenerla. Sepolto ad Assisi come desiderava, le sue spoglie furono traslate nel 2019 al Santuario della Spogliazione.
Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha commentato la notizia della canonizzazione esprimendo gioia e unione con la famiglia di Carlo e i suoi devoti in tutto il mondo. La madre di Carlo ha ricordato il figlio come un ragazzo che ha affrontato la malattia con serenità e fede, affermando: “Muoio felice perché non ho mai sprecato un minuto della mia vita in cose che non piacciono a Dio”. La sua vita e la sua santità sono ora celebrate come un esempio luminoso per i giovani di tutto il mondo.
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