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Cassino, omicidio di Yirelis Pena Santana: fermato un uomo, l’ha sfigurata e uccisa a coltellate

È un uomo di mezza età il sospettato dell’omicidio di Yirelis Pena Santana, la 34enne di origini domenicane uccisa sabato in un appartamento di via Pascoli a Cassino, in provincia di Frosinone. L’assassino l’ha colpita con una dozzina di coltellate, sfigurandola, e ha lasciato il corpo seminudo sul letto dell’appartamento.

Omicidio a Cassino, fermato un uomo

Il fermato è un uomo di mezza età, titolare di una piccola impresa agricola, residente alla periferia di Cassino. Gli agenti lo hanno bloccato nella sua abitazione che si trova nella località San Lorenzo, a poca distanza dalla caserma dell’80 Reggimento dell’Esercito Italiano. Per tutta la serata il personale della polizia di Stato ha setacciato i terreni a ridosso dell’abitazione, alla ricerca dell’arma del delitto: sospettano che sia stata sotterrata nei campi. Già nel pomeriggio di domenica le indagini avevano imboccato una pista precisa, grazie ad una traccia lasciata dall’assassino sul luogo del delitto.

La dinamica del brutale omicidio

Resta da chiarire se l’assassino sia arrivato armato o se abbia preso il coltello nella cucina dell’appartamento a Cassino dove sabato pomeriggio è stato trovato il cadavere sfigurato della 34enne. A dare l’allarme è stato un vicino di casa, suo connazionale: “Mentre scendevo per andare al bar ho notato la porta accostata ma ho pensato che la mia vicina fosse andata al supermercato. Verso le 13.30 sono tornato perché eravamo d’accordo che avrei controllato la linea del gas, la porta era ancora accostata, ho bussato ed ho aperto chiedendo se qualcuno fosse in casa. Ho visto il sangue sul pavimento all’ingresso: sono scappato ed ho chiamato la polizia”. Il corpo era disteso sul letto, seminudo. È stato affidato all’esame esterno del dottor Di Giorgio. Ha dovuto lavorare ore per riuscire a determinare il numero e la tipologia delle ferite: la prima impressione è che le abbia provocate tutte la stessa mano, sempre con la stessa arma.

Gli agenti del Commissariato hanno trovato i documenti ed identificato la vittima: il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo non ha ritenuto necessario divulgare le generalità. Negli archivi della polizia ci sono diverse segnalazioni sulle continue frequentazioni di quell’alloggio, anche durante il lockdown. Per gli investigatori è un’evidenza che lì dentro ci si prostituisse. Nel passato, con certezza: ma nessun elemento dice che la donna che lo occupava oggi fosse una prostituta. È arrivata a Cassino da tre settimane, secondo alcuni da un mese: proveniva da Vercelli ad ai pochi che l’avevano conosciuta aveva detto di avere tre figli ma non aveva raccontato molti dettagli della sua storia.

Si cerca l’arma del delitto

I poliziotti hanno rovistato i cassonetti dei rifiuti condominiali senza trovare l’arma del delitto, nella stanza c’era ancora il cellulare della vittima: è stato affidato ad un esperto della Squadra Mobile di Frosinone per estrarre il traffico con tutte le telefonate ed i messaggi, soprattutto quelli scambiati nelle ultime ore di vita. Altri agenti stanno esaminando le immagini delle telecamere attive nella zona. Gli inquilini di via Pascoli sono stati ascoltati ad uno ad uno: nessuno ha sentito rumori particolari durante la mattinata, né notato movimenti sospetti. Molti non la conoscevano. Per tan

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