Nelle chat Telegram parlavano su come fare esplosivi e raccontavano di essere andati a scuola con pistole e coltelli. Ed ora, al termine delle indagini condotte tra lo scorso ottobre e febbraio, sono scattate otto perquisizioni a carico di minorenni. I giovani vivono ad Avellino, Lecce, Milano, Pisa, Sassari, Nuoro e Treviso.
Chat Telegram con armi ed esplosivi
Ecco cosa si raccontavano all’interno della chat Telegram: “Io avevo una Glock (marca di una pistola semiautomatica ndr) però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano […] io sono andato con un multitool con coltello, rischiato molto di andare al minorile […] Io portavo quello a scatto nel giubbino”.
Nelle chat emerge che alcuni dei ragazzi avrebbero riferito di aver portato a scuola queste armi. Non è noto se vere o a salve.
Nelle chat i giovanissimi parlano di fare “trap” (piccoli ordigni artigianali) ed anche molotov
Il fenomeno dei siti e più di recente delle chat in cui giovani e giovanissimi parlano di come fare “trap” (piccoli ordigni artigianali ndr) o anche delle molotov è noto da anni. E’ andato aumentando con l’avvento delle “repliche” (pistole con le stesse misure, pesi e materiali di quelle vere ma non funzionanti) e con le armi da softair. Queste ultime sono vendute liberamente. Spesso vengono esibite come trofei in foto e video.
“Al momento, dalle indagini non emerge se abbiano fatto solo affermazioni o realmente avuto quei comportamenti. A spiegarlo è la Polizia Postale che ha eseguito le perquisizioni con la Digos. Ma alcune perquisizioni hanno dato esito positivo, dato che nelle loro abitazioni sono stati trovati coltelli, armi giocattolo, tirapugni e altro materiale”. Ora sarà l’autorità giudiziaria per i minorenni a valutare se e quali provvedimenti adottare.
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