Bird strike, ovvero, impatto con volatili. E’ una delle cause più frequenti dei problemi ai motori degli aerei. In genere non fa troppi danni, ma si pensa possa aver causato lo schianto di un aereo delle Frecce Tricolori a Torino poco dopo il decollato dall’aeroporto Caselle. Incidente che ha causato la morte di una bambina di 5 anni.
Ospite in studio del Tg1, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato della dinamica della tragedia provocata dallo schianto di un jet delle Frecce Tricolori a Caselle (Torino). Premettendo che “c’è un’inchiesta, per cui bisogna aspettare. La cosa più verosimile, ma è un’ipotesi, è che si sia trattato di due volatili che sono entrati nel motore, e il motore ha preso fuoco”. A quel punto, “in fase di decollo è impossibile tenere un aereo”, ha aggiunto.
Ma che cos’è il bird strike, indicato come una delle due possibili cause della tragedia delle Frecce Tricolori a Torino? Alle 16 e 20 di sabato 16 settembre il pilota Oscar Del Dò si trovava sull’Aermacchi Mb-339 in decollo da dieci secondi quando sul canopy ha visto delle macchie nere.
Il Corriere della Sera spiega che il tettuccio dell’aereo forse mostrava proprio le sagome dei volatili. Subito dopo, è la ricostruzione del quotidiano, il reattore ha dato segni di malfunzionamento. La comunicazione radio di Del Dò è arrivata subito: “Calo di potenza”. Le altre Frecce si sono allargate per evitare una collisione. Il pilota ha effettuato una “accostata” puntando verso una zona disabitata. Gli esperti dicono che un atterraggio sarebbe stato impraticabile: non c’era tempo per estrarre i carrelli. Quando il pilota si è reso conto che l’apparecchio sarebbe caduto dietro il sedime di Caselle ha azionato il pulsante del seggiolino iniettabile. I rottami incandescenti dell’aereo hanno centrato un’auto che stava passando in una strada che costeggia l’aeroporto. Nell’impatto è morta Laura Origliasso, 5 anni. La sua famiglia è ricoverata con un ustioni. “Non ho visto l’auto”, ha detto il pilota delle Frecce Tricolori che intanto è stato iscritto nel registro degli indagati.
I bird strike costituiscono la maggior parte dei casi di wildlife strike, un termine più ampio che indica l’impatto di un aereo con qualsiasi specie di fauna selvatica, non solo uccelli. Ogni anno l’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC) pubblica un rapporto ben documentato proprio sui wildlife strike in Italia. Secondo questi dati, nel 2022 sono stati rilevati 2.168 impatti tra aerei e animali selvatici, che corrispondono in media a 14,6 impatti ogni 10mila movimenti aerei, considerando sia l’aviazione commerciale che quella generale. È un aumento notevole rispetto ai 348 casi riportati nel 2002, che corrispondevano a 3,3 ogni 10mila movimenti. Complessivamente lo scorso anno 2.055 incidenti (il 95 per cento del totale) hanno coinvolto uccelli, 112 mammiferi e uno un rettile: le specie maggiormente coinvolte sono state gheppio, gabbiani, rondine, piccione e lepre. Sugli oltre 2mila impatti totali circa 40 hanno causato danni all’aereo, e le fasi di volo più esposte sono state l’atterraggio e il decollo.
Ci sono anche alcuni casi noti di impatto tra aereo e stormi di volatili. Nel 2009 un volo decollato dall’aeroporto di LaGuardia, a New York, e diretto in North Carolina si scontrò con uno stormo di oche canadesi subito dopo il decollo: l’impatto danneggiò i motori e costrinse il pilota a effettuare un atterraggio di emergenza sul fiume Hudson. La storia è stata raccontata nel film diretto da Clint Eastwood “Sully“.
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