Che tempo che fa, non in tv ma in città, le città italiane in cui viviamo. Che tempo che fa in città ce lo dice uno studio pubblicato sul Corriere della Sera. Con tanto di tabelle, frequenza e tipologia degli eventi meteo. Uno studio per dirci che tempo che fa, a casa nostra? Non basta ce se ne accorga da soli? No, non basta: spesso anzi la percezione soggettiva è sì empirica, fattuale, vera. Però è immediata, totalmente immediata e quindi non “media” tra ciò che è accaduto ieri, l’altro ieri, lo scorso mese e anno con ciò che accade stamane a chi osserva. Ne risultano percezioni vivide quanto sballate se trasferite su scala temporale. E veri e propri equivoci culturali che però fanno opinione. Il più classico: confondere il tempo che fa con il clima che c’è.
Una grande ed estesa gelata invernale non è la più clamorosa e tangibile smentita del riscaldamento globale del pianeta? No, non lo è. Il pensare: che freddo, altro che Terra più calda è solo la prova, una delle tante, delle cantonate che prende e fa prendere il cosiddetto senso comune. Questo si affida alla onniscienza e infallibilità della semplice intuizione del semplice. Però realtà, materia, fisica, chimica, biologia (e anche politica, economia, Storia) sono intessute di complesso e non di semplice e il contro-intuitivo è spesso la modalità del manifestarsi di tutto ciò e quindi la direzione da intraprendere se si vuole conoscere e sapere. Nel caso in specie: il clima nelle nostre città mostra evidenti dati di riscaldamento globale e ad esempio grandinate violente e fredde in primavera non smentiscono ma confermano.
E’ il titolo primo che il Corriere della Sera elabora presentando la ricerca. Le temperature medie di Milano lo attestano. Non più solo d’estate, Milano mediamente su base annua non è più una delle città del freddo, Totò e Peppino alla Stazione Centrale al loro arrivo dovrebbero dismettere non solo colbacco e pelliccia ma anche giaccone, il tempo medio è da felpa. A Bergamo, tanto per restare in Lombardia, le notti dette “tropicali”, cioè con la temperatura che non scende sotto i 20 gradi, sono state 55 in 12 mesi. E a Brescia in 13 anni la temperatura media è cresciuta di due gradi.
Non nel senso che a Torino, non molto distante da Milano, sia costante tempo da lupi. Ma nel senso, anzi nella classifica del clima dolce da vivere. Torino in questa classifica è agli ultimi posti, posto 86. Al capo opposto della classifica del clima dolce da vivere figurano ad esempio Bari e Brindisi, sono nelle città top five.
Una volta si diceva dei “goccioloni” che caratterizzavano le precipitazioni su Roma. Goccioloni, piovere abbondante. Ora il tempo che fa (e sempre più farà) a Roma è goccioloni al quadrato. Sono cresciuti, hanno cambiato stazza e nome si chiamano bombe d’acqua. Con crescente frequenza e intensità Roma è e sarà “docciata”. Un po’ come ai Tropici, appunto.
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