Chi è Martino Benzi, l’ingegnere che ha sterminato la famiglia ad Alessandria. Ingegnere di 67 anni, laureato al Politecnico di Torino nel 1982 e titolare di uno studio di consulenza informatica e di progettazione e realizzazione di siti web.
Martino Benzi questa mattina, 27 settembre, prima ha ucciso in casa la moglie Monica Berta, di 55 anni, e il figlio 17enne Mattia, poi si è recato alla casa di riposo delle suore della beata Teresa Michel dove ha ucciso anche la suocera 80enne, Carla Schiffo, per poi tagliarsi la gola.
L’allarme è scattato dopo il ritrovamento dei cadaveri nel giardino nell’istituto. Benzi aveva un biglietto addosso dove c’era scritto: “Andate a casa e troverete il cadavere di mia moglie e di mio figlio”. È stato dunque anche questo, dopo avere verificato l’assenza dalla donna dal lavoro e del ragazzo da scuola, ad avere portato gli investigatori a scoprire che l’uomo aveva ucciso altre due persone prima della suocera.
La moglie lavorava a Valenza Po: i primi a insospettirsi erano stati proprio i colleghi, non vedendola arrivare e non riuscendo a contattarla. In passato la donna aveva sofferto di una malattia che l’aveva costretta a un lungo ricovero in ospedale. Il figlio Mattia, di soli 17 anni, studiava all’Itis Alessandro Volta.
Come raccontato da una suora a TorinoToday, Martino Benzi andava spesso a trovare la suocera: “Martino è venuto qui come tutti i giorni e aveva salutato cordialmente la signora Carla. Di solito, però, passava con sua moglie che oggi non c’era. Il figlio invece veniva una volta la settimana”. Secondo le ultime indiscrezioni l’uomo avrebbe lasciato un biglietto in cui annunciava di voler commettere la strage: gli investigatori hanno trovato alcuni scritti in cui il 67enne manifestava le sue intenzioni, ma senza alcun riferimento a un possibile movente”.
Per definire il profilo psicologico dell’omicida, gli inquirenti hanno analizzato anche il contenuto di un blog personale in cui l’uomo raccontava diversi aspetti della sua vita: “Sono uno che nato nel 1956 si è deciso a fare un figlio a cinquant’anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Allora non stupitevi se questo blog, a volte, presenterà dei contenuti stranamente incongrui per il pacato gentiluomo che dovrei e vorrei essere”. Nei testi molti i riferimenti al figlio, descritto sempre con orgoglio, fin dal giorno della nascita, e alla passione per la scrittura, nata proprio leggendo le favole per Mattia.