“Chi non ha mai amato un’infermiera?”: una frase detta durante un convegno organizzato dall’Ordine delle professioni infermieristiche ad Ancona e partono le accuse di sessismo nei confronti dell’assessore regionale alla Sanità delle Marche. Accuse che scatenano una bufera che il diretto interessato cerca di placare spiegando: “In una corsia di ospedale, di fronte anche a patologie gravi, chi non ha ‘amato’ un medico o un infermiere? Qual è il significato sessista?”.
All’attacco la deputata dem Irene Manzi: “dichiarare davanti all’Ordine professionale degli infermieri di Ancona: ‘quale uomo non ha amato un’infermiera?’, non ha fatto ridere nessuno. Si tratta di uno dei peggiori stereotipi sessisti”; con la frase “non solo si dimostra di non aver alcun rispetto per le donne, ma anche di non capire l’importanza del ruolo istituzionale che si ricopre e l’importanza del compito del personale infermieristico nel sistema sanitario”.
Il Pd Marche rincara la dose, per voce della segretaria Chantal Bomprezzi e dei cinque segretari provinciali: “Invece di dare risposte sulla grave mancanza di servizi sanitari l’Assessore tratta la categoria delle infermiere come naturale oggetto del desiderio maschile in quanto donne, anziché citarle in qualità di insostituibili professioniste della sanità”. I dem chiedono le “scuse” dall’assessore per “tutte le donne, le operatrici sanitarie, in particolare le infermiere, per la comunità marchigiana tutta. Il presidente Acquaroli gli revochi immediatamente la delega di vicepresidente”.
L’assessore rispedisce al mittente le accuse di sessismo e anche la ricostruzione dei fatti: “Rispondo alla sinistra che la frase continuava – dice all’ANSA -: ‘chi non ha mai amato un’infermiera quando si sta male?’ E’ tipico della sinistra espungere una parola da un contesto per delegittimare l’avversario politico, tipico esempio della scuola bolscevica, di cui gli esponenti della sinistra sono maestri”. “Il contesto del Convegno – afferma – ha messo in luce il cambiamento di paradigma con cui il Governo nazionale e quello regionale hanno modificato i trattamenti del personale, da ultimo con il decreto che prevede l’aumento delle retribuzioni, la depenalizzazione della responsabilità medica, la liberà attività dopo l’orario di servizio eliminando il principio di esclusività”.
“Gli infermieri ed i medici salvano vite, avevo aggiunto – prosegue – è una missione diversa da ogni altra professione della pubblica amministrazione e per questo serve anche una revisione dei trattamenti”. “In una corsia di ospedale, di fronte anche a patologie gravi, – conclude Saltamartini – chi non ha ‘amato’ un medico o un infermiere? Qual è il significato sessista?”.
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