Alcuni detenuti del carcere di Verona, racconta Repubblica, sono in rivolta per il trattamento, definito “da star”, verso Chico Forti. “Dispiace vedere questa situazione di privilegio, specie se ad assistere a questo spettacolo è gente che deve dividere pochi metri di spazi vitali in una cella”, ha fatto sapere la moglie di un detenuto.
Nulla di personale, ovviamente, sottolinea Marco Costantini, segretario di “Sbarre di zucchero”: “Sono molto felice che Chico Forti sia tornato in Italia e che abbia potuto riabbracciare la mamma, ma come mai non c’è questa sollecitudine anche con gli altri detenuti? C’è gente che aspetta da anni per andare a trovare la madre. E a volte c’è chi non riesce ad arrivare nemmeno in cimitero, per salutare il proprio caro deceduto”, aggiunge.
“Il carcere non è un palcoscenico nel quale le star possano fare il loro show e avere trattamenti e benefici di grande riguardo”, dice Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato polizia penitenziaria, dopo la foto di Chico Forti con il presidente del consiglio Giorgia Meloni. Il segretario poi sottolinea che nessuno ha il permesso di far entrare un telefono in carcere.
“Ognuno – conclude – si assuma le sue responsabilità: ci aspettiamo che l’amministrazione penitenziaria individui ogni responsabilità nell’interesse della legalità, per allontanare l’immagine che in tutto il mondo si sono fatti delle carceri italiane, come l’ennesima barzelletta italiana”.
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