Nell’ambito delle indagini relative alla morte di Claudio Vitale, avvenuta il giorno 22 febbraio in via Pescaglia, nel quartiere Magliana, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno arrestato un 37enne italiano, dando esecuzione ad un decreto di fermo del pm della Procura della Repubblica di Roma, perché gravemente indiziato del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione con l’aggravante del decesso della vittima.
Le indagini sulla morte di Claudio Vitale
Secondo quanto accertato il sequestro di persona sarebbe legato a dissidi legati a motivi economici, forse un debito che la vittima aveva contratto. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche altre posizioni. Chi indaga deve, inoltre, accertare se la morte di Vitale, precipitato dal palazzo, si avvenuta nel tentativo di fuggire. Le indagini dei Carabinieri di via In Selci proseguono circa la dinamica dei fatti che hanno portato alla morte dell’uomo, ancora da chiarire.
Sulla vicenda sono al lavoro i pm dell’antimafia di piazzale Clodio, segno che la morte di Vitale si sarebbe consumata nell’ambito di una vicenda legata alla criminalità organizzata. Il sospetto è che il quarantenne avesse raggiunto Roma proprio per incontrare i suoi “creditori” a cui doveva restituire il denaro. Nel corso di un sopralluogo svolto all’interno dell’appartamento di via Pescaglia gli investigatori hanno individuato tracce di sangue anche se il proprietario, finito poi nel registro degli indagati, aveva tentato di “occultarle” utilizzando anche della candeggina. In quell’appartamento Francesco Vitale potrebbe, quindi, essere rimasto in balia dell’arrestato che però, con ogni probabilità, era in compagnia di altre persone.