Commissioni bancomat azzerate per i commercianti. E’ scaduto ieri 31 marzo il termine ultimo per portarle a zero nelle transazioni digitali sotto i 10 euro e per ridurle sotto i 30 euro. Non è stato però trovato un accordo con gli operatori del settore dei pagamenti e quindi, almeno per ora, resta tutto come prima. Il tavolo presso il ministero dell’Economia istituito a inizio marzo con decreto ministeriale, prevedeva il 31 marzo come scadenza. Ci vorranno però ancora parecchi giorni per trovare un accordo.
Nella legge finanziaria di dicembre 2022, In caso di mancato accordo sull’azzeramento delle commissioni si prevedeva l’introduzione di un contributo straordinario a carico dei prestatori di servizi di pagamento e dei gestori di circuiti. Il contributo era pari al 50% degli utili al netto degli oneri fiscali. Soldi derivanti dalle commissioni e da altri proventi per le transazioni inferiori a 30 euro. Il contributo era destinato a scattare nel momento in cui, a partire dal 1 aprile, sarebbe entrata in vigore una riduzione o l’azzeramento delle commissioni sotto la soglia dei 30 euro.
La tassazione, al momento non scatta. Anche perché non ci sono ancora i sistemi automatici per individuare i soggetti presso i quali sono passate le transazioni sotto i 30 euro e quante ne sono state fatte. Va quindi messo in piedi un meccanismo di monitoraggio, probabilmente basato sul contributo volontario degli operatori. Dovranno infatti essere questi ultimi a fornire questo tipo di dati. Il ministero sta ora lavorando affinché si possano stipulare contatti riservati e bilaterali per convincere ogni partecipante alla filiera dei pagamenti di fare la sua parte.
La parte più complicata dell’intesa riguarda la possibilità di coinvolgere Bancomat, Visa e Mastercard. Questi circuiti internazionali non hanno nessuna intenzione di creare in Italia una situazione asimmetrica rispetto alle condizioni che applicano a livello internazionale, facendo allo stesso tempo notare che se a loro fosse stato in qualche modo imposto qualsiasi aggravio non condiviso avrebbero potuto fare ricorso all’Antitrust europeo.
All’inizio l’esecutivo italiano sembrava intenzionato ad affrontare la questione della riduzione delle commissioni solo coinvolgendo gli operatori italiani (banche, piattaforme Nexi e Satispay). Questo avrebbe però posto oneri e perdite a carico di soggetti nazionali. L’operazione avrebbe, in sostanza, avvantaggiato i circuiti esteri.
Attualmente, nel caso dei micropagamenti sotto i 10 euro, molte banche già prevedono zero commissioni. Il circuito Bancomat ha già azzerato le commissioni sotto i 5 euro fino al 2023. L’obiettivo del governo è consentire di arrivare a zero costi per i commercianti sotto i 10 euro, indipendentemente da qualche carta venga usata dal cliente.
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