Condanne definitive per gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino, rispettivamente a 23 anni e a 17 anni e 9 mesi di carcere, sentenza della Corte di Cassazione. Sono stati ancora una volta riconosciuti colpevoli per l’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano del 2006.
Nel curriculum di Alfredo Cospito c’è l’attentato a una caserma e la gambizzazione di un manager, ma per alcuni è un eroe.
Cospito è attualmente detenuto al regime del 41 bis nel carcere di Sassari. L’udienza è stata preceduta da anni di polemiche. Nel febbraio 2023 la Corte di Cassazione aveva respinto il ricorso di Alfredo Cospito, il leader anarchico, in sciopero della fame per quasi quattro mesi.
La Corte di Assise d’Appello di Torino, nel giugno 2023, aveva ricalcolato in 23 anni di carcere la pena per l’anarchico Alfredo Cospito. La procura generale aveva chiesto l’ergastolo. Per Anna Beniamino i giudici avevano stabilito 17 anni e 9 mesi di reclusione.
Il procuratore generale, rappresentante della pubblica accusa, nel corso della requisitoria in Cassazione, aveva invocato il rigetto dei ricorsi degli imputati, presentati dagli avvocati Flavio Rossi Albertini e Caterina Calia e il ricorso del pg della corte d’Appello di Torino, evidenziando che il danno “effettivamente realizzato è di particolare tenuità. Appaiono quindi corrette le determinazioni poste nella sentenza impugnata”.
Nel maggio del 2015 Cospito era stato condannato a 9 anni, 5 mesi e 10 giorni, per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, manager dell’Ansaldo nucleare, a Genova il 7 maggio 2012. Sparando ad Adinolfi Cospito voleva “punire” scelte di politica industriale di una società partecipata dallo Stato.
Alla prima udienza del processo, nell’ottobre 2013, Alfredo Cospito aveva letto quattro pagine di un proclama di rivendicazione, riportato da Marco Grasso sul Secolo XIX. Quando il giudice Annalisa Giacalone lo ha interrotto, Cospito ha gettato i fogli contro di lei:
“In una splendida mattina di maggio ho agito ed in quelle poche ore ho goduto a pieno della vita. Per una volta mi sono lasciato alle spalle paura e autogiustificazioni e ho sfidato l’ignoto. In un’Europa costellata di centrali nucleari, uno dei maggiori responsabili del disastro nucleare che verrà è caduto ai miei piedi”.
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