L’idea (nobilissima) della Croce Rossa è nata 160 anni fa in Italia durante la battaglia sulle alture di Solferino (Mantova), retroterra del lago di Garda; lo scontro più sanguinoso del nostro Risorgimento, una delle battaglie più cruente della storia europea.
Migliaia di morti e feriti in una sola mattinata. Era il 24 giugno 1859. Di qua l’esercito alleato Franco-Piemontese, di la’ l’esercito asburgico guidato da Francesco Giuseppe. Gli austriaci furono sconfitti. L’Austria perse la Lombardia e la guerra , l’Italia fece il primo concreto passa verso l’unità nazionale.
Ma quel giorno è ricordato in tutto il mondo per aver ispirato allo svizzero Henry Dunant (1828-1910) l’idea della Croce Rossa, la più grande organizzazione di volontari del mondo, l’organizzazione umanitaria attiva nel primo soccorso e nella educazione sanitaria. Una idea che valse al filantropo elvetico il premio Nobel (1901), giusto il primo anno che il Nobel per la pace fu istituito.
L’imprenditore svizzero era di ritorno dall’Algeria ed era stato invitato nel quartier generale di Napoleone per discutere di certe operazioni finanziarie da promuovere nel Nord Africa. Rimase invece imprigionato nel cerchio della battaglia e qui assistette ai suoi orrori: vide i morti per sete, per dissanguamento, per cancrena; le crudeltà che si commettevano sui feriti; le scene degli sciacalli che rubavano calze e scarpe ai morti; i deliranti gesti dei moribondi.
Ma il filantropo svizzero, come disse lui stesso, fu colpito soprattutto dalle “ meravigliose donne di Castiglione e Cavriana” e di tanti altri paesi. Donne che senza eccezione, in una gara di solidarietà, soccorrevano tutti: chiese trasformate in ospedali, lenzuola e asciugamani che diventavano bende e nessuna distinzione tra amici e nemici, tra africani ed europei. Una volta tornato in patria Dunant si fece in quattro e creò il primo corpo di volontari che assistette tutti i feriti in battaglia, senza distinzione di nazionalità. Così nacque la Croce Rossa.
Il presidente Sergio Mattarella è intervenuto a Solferino accolto da 8.000 volontari arrivati da ogni parte d’Italia. Accolto da un grande applauso e dal Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro, il capo dello Stato ha preso la parola con un discorso incentrato sulle nobili funzioni svolte dal volontariato a livello nazionale e internazionale e sulla storia della Croce Rossa italiana, un ruolo preponderante rivestito dalla attualità.
In particolare il presidente si è riferito alla tragedia di Latina dove, il bracciante agricolo, Satnam Singh è morto a causa di un infortunio sul lavoro; aveva perso un braccio ed era stato abbandonato agonizzante davanti a casa propria. Mattarella ha rimarcato il valore del volontariato “orgoglio del nostro Paese.
I valori che esprime sono parte della cultura e della identità stessa del nostro popolo. Questo è il carattere dell’Italia, ampiamente diffuso nella concreta vita quotidiana. Dobbiamo combattere il lavoro nero e lo sfruttamento degli ultimi. Mai più un dramma come quello di Satnam”.
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