In un video diffuso sui social si vedeva un soggetto fragile affetto da disabilità, colpito da più persone per la strada, anche con una cinghia. Adesso, a distanza di circa un mese dall’episodio, i Carabinieri hanno individuato gli autori del gesto, familiari della vittima, portando anche alla luce le condizioni di estremo disagio in cui viveva l’uomo percosso, trovato in stato di evidente denutrizione e abbandono e privato di ogni sostegno economico, nonostante percepisse la pensione di invalidità.
Il fatto è accaduto a Corigliano-Rossano in provincia di Cosenza. I Carabinieri, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura di Castrovillari, hanno eseguito tre misure cautelari del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa, con controllo elettronico, nei confronti di altrettanti componenti di un unico contesto familiare e legati da vincoli di parentela con la parte offesa. I tre sono indagati per maltrattamenti contro familiari o conviventi. I fatti risalgono alla metà del marzo scorso, quando sui social era stato diffuso il video delle violenze. Le immagini avevano suscitato indignazione in diversi utenti, alcuni dei quali si sono rivolti ai Carabinieri per segnalare il fatto. Il video è stato acquisito e, seguendo le indicazioni della Procura, è divenuto oggetto di un’accurata analisi per risalire all’identità dei protagonisti e appurare quali fossero le prove per dimostrare le responsabilità degli stessi.
E’ così emersa la condizione di estremo disagio in cui viveva il disabile, ciclicamente sottoposto a percosse e privato di ogni sostegno economico. I Carabinieri evidenziano “la celerità con la quale gli organi dello Stato si sono mossi dopo la segnalazione del video, che hanno agito sui diversi livelli con il fine principale di aiutare un soggetto fragile costretto a vivere delle evidenti sofferenze, sia fisiche che mentali”. A conclusione delle indagini, il Gip di Castrovillari ha riconosciuto la gravità indiziaria ed ha accolto, anche se in modo difforme dalla richiesta del Pm circa la gravità delle misure da applicare, l’istanza cautelare. La vittima è stata allontanata dal contesto dove viveva e ricollocata in una struttura capace di sostenerlo e di venire incontro a quelle che sono le sue reali esigenze, per consentirgli di vivere una vita quanto più dignitosa possibile.