La situazione al Politecnico di Bari è stata oggetto di attenzione, scrive il Corriere del Mezzogiorno, dopo che è emerso che i dipendenti hanno effettuato una serie di acquisti attraverso la Convenzione Amazon Business, apparentemente non correlati all’attività di ricerca. Gli investimenti includevano una vasta gamma di prodotti, dall’elettrodomestico all’abbigliamento, che solleva interrogativi sull’efficacia dell’utilizzo dei fondi destinati alla ricerca. La Convenzione Amazon Business, siglata dall’amministrazione del Politecnico di Bari con l’azienda statunitense, sembrava essere stata utilizzata per acquisti personali piuttosto che per scopi accademici. Questo ha portato a una serie di acquisti per un totale di circa 55.000 euro, con circa 450 fatture emesse in soli cinque mesi. La governance dell’istituto è stata informata della situazione attraverso una circolare datata 22 febbraio, che ha evidenziato la mancanza di rispetto delle linee guida sull’utilizzo dei fondi (5mila a testa) e la mancanza di documentazione adeguata per giustificare gli acquisti.
L’acquisto di elettrodomestici, televisori e altri prodotti domestici tramite questa convenzione ha sollevato preoccupazioni sulle pratiche di approvvigionamento dell’amministrazione, con alcuni acquisti che sembrano essere stati effettuati per scopi personali piuttosto che per l’avanzamento della ricerca accademica. Il documento emesso dagli uffici del Politecnico di Bari ha evidenziato la necessità di ripensare e rivedere le modalità di utilizzo della Convenzione Amazon Business, al fine di garantire che i fondi destinati alla ricerca siano spesi in modo responsabile e conforme alle linee guida stabilite.