Era il 2000 quando il facoltoso zio ha staccato un assegno da 800 mila euro al nipote, poi rivelatosi un ingrato. Oggi, a distanza di 23 anni ci ha ripensato e chiede che gli venga restituita la donazione. Protagonista della faida familiare è una nota famiglia di Gallipoli, in Salento.
Motivo? La cospicua somma, elargita dallo zio per aiutare il nipote in un momento di difficoltà, avrebbe dovuto spingere il ragazzo a comportarsi in maniera più affettuosa nei confronti dell’abbiente zio. Ma così non è stato.
Nell’atto di citazione in giudizio lo zio afferma a chiare lettere di essere venuto a conoscenza di “reiterati episodi di ingratitudine e di assoluta indifferenza nei suoi confronti oltre che di gravi ingiurie ai suoi danni in presenza di terzi, contrastanti con il senso di riconoscenza che secondo la coscienza comune si attenderebbe in funzione ed in conseguenza dell’importante donazione”.
All’origine del litigio ci sarebbe la richiesta di 5mila euro al nipote da parte dello zio che non riusciva a far fronte a delle spese e al pagamento delle bollette.
Secondo quanto riferito sul quotidiano Leggo, il nipote invece di mostrarsi altrettanto generoso con lo zio avrebbe risposto deridendolo dinanzi ad amici e parenti, con espressioni tipo “Pezzente”, “Morto di fame” e insinuando che bisognava “stare alla larga da […] perché ormai non contava più nulla”, pertanto “bisognava allontanarlo ed emarginarlo”.
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