Silvio Berlusconi è morto alle 9,30 di oggi, lunedì 12 giugno. L’ex presidente del Consiglio e fondatore di Fininvest che porterà alla nascita di Mediaset, aveva 86 anni.
E’ morto all’ospedale San Raffaele di Milano dove era nuovamente ricoverato da venerdì sorso. Lo riferiscono fonti vicine alla famiglia. In pochi minuti, il fratello Paolo e i figli Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio sono arrivati all’ospedale.
E dopo la notizia della sua morte, i titoli delle aziende di famiglia sono saliti in borsa. A causa del rapporto di amicizia con il presidente Vladimir Putin, la notizia è stata data immediatamente come breaking news da tutte le agenzie e i canali televisivi russi.
Oltre che in Russia, la notizia ha fatto il giro del mondo ed è finita in apertura dei siti dei principali media internazionali. Dalla Bbc al Guardian, dalla Cbs a Sky News, da Al Jazeera a Arab News, da Le Monde al El Pais, da Indian Times al Financial Time, da Deutsche Welle al Jerusalem Post, al Japan Times, tutti hanno la breaking news della scomparsa del Cavaliere.
Imprenditore con il pallino dell’edilizia residenziale, poi tycoon televisivo, infine politico di successo con la fondazione di Forza Italia che sarà a lungo il primo partito italiano e gli consentirà di diventare presidente del Consiglio. Il tutto contrassegnato da una lunga serie di vicende giudiziarie. Silvio Berlusconi può essere definito l’uomo dalle molte vite.
La sua storia pubblica inizia 60 anni fa quando, all’età di 27 anni, fonda la società Edilnord ed apre un cantiere a Brugherio, per costruire una piccola città da 4.000 abitanti. E’ il primo mattone sul quale Berlusconi costruirà il suo successo. Nel 1968 nasce la Edilnord 2, che acquista numerosi terreni a Segrate, dove sorgerà Milano 2 e dove, nel 1975, vedrà la luce la sede della Mondadori. Il 2 giugno del 1977 Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro e l’anno successivo fonda quella sarà la sua creatura per tutta la vita: Fininvest, la holding che coordina tutte le sue attività.
L’intuizione di Berlusconi è quello di diversificare il core business originario puntando forte sulle tv commerciali e l’editoria. Nel 1976 rileva Telemilano, che diventerà due anni dopo Canale 5, assumendo la struttura di rete televisiva nazionale. Nel 1982 il gruppo si allarga acquisendo Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e due anni più tardi Rete 4 dal gruppo Arnoldo Mondadori. E’ la nascita del duopolio televisivo con la Rai e del mercato delle star tv contese a suon di milioni. Nel 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma oscurano le reti Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale, ma il governo Craxi con apposito decreto legge, legalizza la situazione della Fininvest.
Gli anni Ottanta saranno segnati anche dall’espansione ad altre aree di business, come l’acquisto del gruppo Standa. Parte invece negli anni Novanta la scalata a Mondadori e a Einaudi Editore. Nel 1986 un’altra svolta, questa volta in campo sportivo: l’acquisto del Milan di cui sarà presidente fino al 2004, gli anni d’oro di scudetti e trionfi europei in serie.
Quindi la folgorazione politica: Berlusconi lascia tutte le cariche ricoperte nel Gruppo Fininvest e il 26 gennaio del 94 con un videomessaggio di nove minuti trasmesso dalle sue reti tv annuncia che si candidera’ alla guida del nuovo partito, Forza Italia. E il 27 marzo 1994 vince le elezioni con due alleanze distinte: al nord il popolo delle libertà, con la Lega, al Sud il polo del buon governo, con il Msi di Gianfranco Fini. Nel 2000 mette insieme Bossi, Fini e Casini e dà vita alla coalizione della ‘Casa delle libertà” che vince le elezioni del 2001.
Mentre nel 2006, partito in svantaggio nei sondaggi, sfiora il pareggio con Prodi. L’Ulivo ha una maggioranza risicata al Senato e Berlusconi propone un governo di “grande coalizione”, ma Prodi (e la Lega) gli dicono no. Nel novembre 2007 a Milano, dopo un comizio in piazza San Babila, sale sul predellino dell’automobile e annuncia il superamento della Casa della Libertà e annuncia il nuovo partito del popolo delle libertà. Il percorso politico, in verità mai liscio, comincia a diventare accidentato dal 2010 in poi. Ad aprile si consuma la rottura con Fini. Berlusconi lo attacca al consiglio nazionale del pdl: ‘Ti devi dimettere’. Lui replica ‘Che fai mi cacci?’.
Il primo giugno 2011, dopo la pesante sconfitta alle amministrative, Berlusconi, all’epoca ancora presidente del consiglio, affida il partito ad Angelino Alfano, che viene nominato segretario. Ma a fine 2011, dopo l’approvazione della Legge di stabilità, Berlusconi – pressato dall’Unione europea anche per i conti pubblici fuori controllo – sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni.
Passa un solo anno e ritorna in pista. Pur perdendo le elezioni diventa senatore. Poi la bufera: il 1º agosto 2013 la Corte di Cassazione conferma la condanna impartita dalla corte di appello nel processo Mediaset a quattro anni di reclusione (di cui tre ammortizzati dall’indulto). Viene però disposta una misura alternativa: l’affidamento in prova al servizio sociale, nella clinica “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone. La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato vota a favore della sua decadenza da senatore per effetto della legge Severino. E’ la fine del cavaliere condottiero di governo. L’ex premier continua comunque a guidare, anche se sempre più a distanza, il suo partito e a presentarsi alle consultazioni per i nuovi esecutivi, sia quelli di Conte sia poi nel febbraio 2021 quello di Mario Draghi.
Nel maggio 2018 una nuova svolta lo aiuta a ritornare in politica con l’elezione al parlamento europeo. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano lo riabilita dalla pena per frode fiscale e il 26 maggio 2019 viene eletto a Strasburgo. Alle elezioni del 2022 ritorna nell’agone nazionale: viene eletto a palazzo Madama da dove era assente da dove 9 anni, leader di una Forza Italia ridotta ai minimi termini ma pur sempre componente indispensabile per consentire a Giorgia Meloni di vincere le elezioni e di formare il nuovo governo di centrodestra.
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