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E’ vero ma non ci credo: avanza (solo sui social) l’evoluzione dei “non dite ca***te”

In fondo ci sono sempre stati e sempre continueranno ad esserci. Chi? Quelli del è vero ma non ci credo, quelli che leggendo o ascoltando una notizia non ci vogliono credere, anche se il fatto è accaduto realmente. Quelli che sui social commentano con un “non dite ca***te”, rivolto a chi ha divulgato la notizia. Dubitare della veridicità è normale, fa parte del lato scettico dell’essere umano. Ma questa volta quelli del gruppo “è vero ma non ci credo”, hanno subito un’evoluzione, che purtroppo avanza inesorabile. Ovvero quella di scrivere “non dite ca***te” anche quando una notizia, un fatto, un comunicato, sono veri e verificati. Talmente veri e talmente accaduto che paradossalmente si fa anche fatica a pensare il contrario. 

Un incidente stradale, un bonus promosso dal Governo, un fatto di cronaca nera, una notizia di gossip… Non importa, qualcuno del gruppo “non dite ca***te” c’è sempre. Ne basta anche uno solo per risvegliare qualche scetticismo sopito di qualche lettore. Cosa scatena questa incredulità relativa alla realtà? Difficile dirlo, forse la prima cosa che viene in mente però è la paura. Paura di quello che è nuovo e che si preferisce non credere invece di accettarlo. Paura soprattutto di quello che non si sa o che si è convinti di sapere, ma in modo sbagliato. Paura di accettare quello che è ”diverso”. Poi ”diverso” da cosa non lo sanno neanche loro… Una evoluzione dei “non dite ca***te” che si trova però solo sui social, poi magari sono le stesse persone che nella vita reale quando qualcuno gli racconta lo stesso fatto annuiscono o addirittura fingono stupore e meraviglia. Anche questo è un fatto, così come lo è quello dell’avanzata dei “non dite ca***te”. Ed è meglio crederci.

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