La faglia Alto Tiberina è l’origine delle scosse che hanno interessato giovedì l’Umbria, con epicentro a pochi chilometri da Umbertide. La maggiore delle scosse è stata di magnitudo 4.6. I terremoti per qualche ora hanno spaventato la popolazione locale ma per fortuna non sono stati registrati danni.
A spiegarle l’origine delle scosse è Claudio Chiarabba, direttore del Dipartimento Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Le scosse registrate ieri nei pressi di Umbertide (PG) “sono abbastanza superficiali e avvengono o su una faglia normale a basso angolo chiamata Alto Tiberina (che noi conosciamo e studiamo da anni) o su un segmento che termina su di essa”, ha spiegato all’agenzia Ansa Chiarabba.
Una zona lungo la quale sono stati istallati una serie di strumenti multiparametrici (sismici, geodetici e geochimici) per studiare a fondo le caratteristiche e l’eventuale capacità di generare terremoti, in teoria difficile per la sua geometria a basso angolo. Faglie che hanno un angolo differente da quelle ‘standard’ che “accomodano l’estensione tipica dell’Appennino (che ha una velocità di 2-3 millimetri l’anno) hanno angoli maggiori, di 50-60 gradi”. “Gli eventi di ieri – ha aggiunto Chiarabba – sono avvenuti in un piccolo volume vicino all’emersione in superficie di tale faglia”.
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