Lo stop delle auto inquinanti nell’anello esteso della Fascia verde ovvero il perimetro del Grande raccordo anulare di Roma, fa scattare la rivolta dei municipi che considerano la misura un danno per i romani, soprattutto i meno abbienti che non possono permettersi un auto di nuova generazione.
I municipi e l’opposizione in Campidoglio sono sulle barricate e il sindaco Gualtieri sceglie la carta del dialogo, ovvero un tavolo che valuterà la rimodulazione della misura che scatterà nel novembre del 2023. Il municipio XV, periferia nord, sul tema ha anche convocato un consiglio straordinario il 9 maggio. “Sappiamo che il 12 maggio 2022 la Corte di Giustizia ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia sul biossido di azoto ma bisogna tenere conto della carenza strutturale dei mezzi pubblici della città e delle periferie dei nostri territori – spiega il Presidente del Municipio XV, Daniele Torquati -. Per il quadrante nord di Roma il dibattito sulla nuova fascia verde deve infatti tener conto degli obiettivi futuri già richiesti all’inizio di questa Consiliatura, che riguardano la prosecuzione dell’efficientamento della rete ferroviaria di Roma Nord, il completamento della Metro C e la chiusura dell’anello ferroviario, per cui non possiamo attendere anni infiniti”. Stessa cosa per il V municipio dove il presidente Mauro Caliste ha invitato l’assessore Patanè alla seduta dedicata alla Fascia verde.
E intanto aumentano le firme alla petizione lanciata dal capogruppo capitolino della Lega, Fabrizio Santori, per revocare il provvedimento. Le proteste insistono su un punto: la misura ghettizza le periferie e i poveri. Questo perchè dai 51 nuovi varchi non potranno accedere le auto Euro 0, 1 e 2 a benzina e fino a Euro 4 diesel. Da novembre 2024, poi, arriverà lo stop anche per i veicoli Euro 3 a benzina. I lavori sono partiti lo scorso 10 aprile e termineranno a fine ottobre.
Stando ai dati Aci 2022 risultano 477.201 le auto che da novembre non potranno più accedere in Fascia verde. Questo perché appartengono a classi troppo inquinanti, dall’Euro 0 all’Euro 2 per la benzina e fino all’Euro 4 per i mezzi diesel. A questo dato, comunque parziale, bisogna aggiungere le centinaia di migliaia di pendolari che quotidianamente raggiungono la Capitale per lavoro o per altre esigenze. Stime ancora non definitive danno questa fascia di utenza intorno alle trecentomila unità, ma compito del tavolo di lavoro istituito in Campidoglio sarà proprio quello di tirare fuori una cifra attendibile, sulla base della quale stabilire se e quali modifiche apportare alla delibera.
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