Due nuovi casi di febbre Dengue a Roma. I pazienti sono ora ricoverati all’Istituto Spallanzani. Di origine virale, la malattia è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. I contagi nel Lazio salgono a oltre 30, la metà del totale su scala nazionale, che ne conta 72.
Il primo dei due casi è quello di una donna, residente nella Capitale, nel primo Municipio. La stessa che è stata anche a Civita d’Antino, in provincia dell’Aquila, in Abruzzo, motivo per cui sono state lì chiuse le scuole fino a venerdì. In realtà, la trasmissione del Dengue è dovuta alla presenza della zanzara e non della persona infetta. Intanto nell’area di residenza della paziente si è proceduto con la disinfestazione.
Sempre allo Spallanzani oggi è stato ricoverato un altro paziente, con la stessa diagnosi, anche lui residente nel Primo Municipio. Entrambi manifestano gli stessi sintomi. “Generalmente si manifesta con febbre prolungata, cefalea, problemi intestinali, dolori articolari e rash cutaneo – spiega al Corriere della Sera Emanuele Nicastri, responsabile Malattie infettive ad alta intensità di cura dello Spallanzani -. Non è semplice distinguerli da quelli di una comune influenza”.
Come si legge sul sito dell’ISS: “Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini”.