Una coppia toscana di genitori no vax ha perso la causa di risarcimento contro la fondazione Intercultura, che nell’autunno del 2021 ha interrotto il programma di studio all’estero del loro figlio. La famiglia irlandese ospitante aveva richiesto la vaccinazione anti-COVID del ragazzo, ma i genitori avevano rifiutato.
Tutto è iniziato nel dicembre 2020, poco dopo l’avvio della campagna vaccinale anti-COVID in Italia e in Europa. I genitori del ragazzo avevano firmato il contratto e il 28 agosto 2021 lo studente era arrivato in Irlanda, ospite di una famiglia trovata da Intercultura. A fine ottobre, la famiglia irlandese ha chiesto se il ragazzo fosse vaccinato e, alla risposta negativa, ha richiesto ai genitori italiani l’autorizzazione per farlo vaccinare. Al rifiuto di questa richiesta, la famiglia irlandese non ha più voluto ospitarlo.
A dicembre 2021, dopo vari tentativi di dialogo e ricerca di soluzioni alternative, l’associazione ha annullato il contratto e il ragazzo è tornato in Italia. La vicenda è finita in Tribunale dopo una negoziazione assistita senza successo tra le parti. Una mail della famiglia irlandese presentata come prova nel processo sottolineava che non potevano ospitare una persona non vaccinata, avendo in casa persone anziane e fragili. La sentenza ha evidenziato che l’associazione ha fatto tutto il possibile per trovare una soluzione alternativa, ma si è trovata costretta a interrompere il programma a causa di fattori al di fuori del suo controllo.
Nonostante non ci fosse un obbligo di vaccinazione nel contratto, i giudici aretini hanno stabilito che l’associazione si è comportata secondo contratto e logica. Secondo la sentenza, “non può sorprendere il comportamento dell’associazione e della famiglia ospitante tenuto conto del clima complessivo che si respirava in quel periodo”. La decisione rifletteva il contesto del 2021, quando la pandemia e le vaccinazioni erano al centro del dibattito pubblico.
Intercultura aveva cercato di trovare una famiglia irlandese no vax disposta a ospitare il ragazzo, ma senza successo. I genitori dello studente toscano avevano richiesto il rimborso dei 16.000 euro spesi per il programma di studi all’estero e 4.000 euro di risarcimento danni. Tuttavia, il giudice ha stabilito che l’associazione non era obbligata a trovare una nuova famiglia, ma solo a tentare di farlo, e ha respinto la richiesta di risarcimento.
Il Tribunale di Arezzo ha confermato che l’associazione poteva concludere il contratto per emergenze sanitarie e non era costretta a trovare un’altra famiglia ospitante. La ricerca di una nuova famiglia avrebbe dovuto trovare non solo una famiglia no vax come quella toscana, ma anche una che avesse aderito al programma con tutte le autorizzazioni ministeriali necessarie, cosa che non è avvenuta.