L’interrogatorio nel carcere di Verona di Filippo Turetta è durato poco più di mezz’ora, solo per espletare le formalità tecniche. Poi i magistrati hanno lasciato il penitenziario di Montorio scortati da una gazzella dei carabinieri.
“Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita” aveva confessato Turetta ai poliziotti tedeschi che lo hanno arrestato per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Una confessione che oggi il 21enne, assistito dall’avvocato Giovanni Caruso, ha “sostanzialmente ripetuto” – rendendole quindi valide per la giustizia italiana – davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni.
“Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro” ha aggiunto Filippo in dichiarazioni spontanee al Gip.
L’avvocato Caruso è uscito dal carcere e ha spiegato che “Filippo Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha ritenuto doveroso rendere delle dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente confermato le ammissioni fatte alla polizia tedesca”.
Ora quindi il pallino rimane nelle mani della Procura di Venezia che attraverso le indagini tecniche, quelle informatiche, e gli esami scientifici sta cercando di ricostruire cosa è accaduto la notte di sabato 11 novembre quando Giulia Cecchettin è stata uccisa. A questo punto, dopo la scelta di Filippo Turetta di non rispondere agli inquirenti, l’attenzione degli investigatori si concentra ancora di più sull’esito dell’autopsia sul corpo di Giulia che si terrà venerdì. Il medico legale dovrà stabilire la sequenza dei colpi e le modalità dell’aggressione avvenuta in più momenti.
Intano per Nicodemo Gentile, legale di fiducia di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, l’omicidio della 22enne andrebbe “aggravato dallo stalking“. “Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante — ha detto l’avvocato —: il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’ verso Giulia. Un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia”.
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