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Filippo Turetta è in Italia, subito trasferito in carcere a Verona. Poi l’interrogatorio

Il Falcon 900 dell’Aeronautica militare che ha riportato in Italia il 21enne Filippo Turetta è rimasto fermo sulla pista per pochi minuti in un’area riservata dello scalo veneto.

Il volo in silenzio di Filippo Turetta

Secondo le prime indiscrezioni, Turetta sull’aereo non avrebbe detto nulla e si sarebbe mostrato tranquillo, ma rassegnato e senza fare riferimento a quanto successo. Poi la discesa del giovane che è stato portato negli uffici della polizia dagli investigatori italiani dello Scip che lo hanno scortato durante il tragitto. Indossava un giubbotto blu, una tuta sportiva e scarpe da ginnastica. Abiti che aveva addosso quando è stato fermato in Germania. La barba incolta.

Quasi due ore dopo, alle 13.23, Turetta è stato portato fuori dall’aeroporto attraverso una corsia riservata ai mezzi di soccorso, a quelli operativi e alle forze dell’ordine nella zona nord ovest dello scalo.

Domani il primo interrogatorio

Ad attenderlo fotografi e telecamere oltre alle squadre di polizia, carabinieri, polizia penitenziaria e guardia di finanza. Poi il tragitto verso il carcere di Verona ad un centinaio di chilometri di distanza, penitenziario scelto dal ministero della Giustizia per la prima detenzione del giovane. Turetta era su un’auto grigia, una Lancia Delta, con i vetri oscurati. Dopo le operazioni di “matricola” il colloquio con uno psicologo e probabilmente con uno psichiatra del carcere, visto che Filippo Turetta è considerato un detenuto ad alto rischio di suicidio, il 21enne sarà portato all’interno di una cella singola in un’area protetta riservata ai nuovi giunti. Qui in isolamento attenderà l’interrogatorio di garanzia che dovrebbe tenersi domani.
 

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