(foto d'archivio Ansa)
Filippo Turetta, il killer di Giulia Cecchettin, ha trascorso la prima giornata nel carcere Montorio sempre sorvegliato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria essendo un detenuto a rischio suicidio. A chi si è occupato di lui, raccontano, è apparso sempre dimesso, di poche parole. Ha chiesto di avere libri da leggere, come previsto per i detenuti anche del reparto infermeria, dove è stato collocato per proseguire con le visite psicologiche e psichiatriche dell’equipe medica.
Filippo Turetta ha anche incontrato un frate cappellano del carcere, che uscendo dall’istituto penitenziario ha spiegato di non poter parlare, come regola impartita dalla direzione della casa circondariale, limitandosi a dire che ora bisogna rispettare “il dramma di due famiglie”.
Nei prossimi giorni Turetta sarà trasferito nella sezione “protetti”, quella per i detenuti per reati a “forte riprovazione sociale” che, a loro tutela, non devono avere contatti con persone in carcere per altre tipologie di reati.
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