Filippo Turetta avrebbe seriamente pensato al suicidio dopo il brutale assassinio della sua ex, Giulia Cecchettin. Emerge dalle trascrizioni dell’interrogatorio del primo dicembre scorso, un faldone con 161 pagine di trascrizioni.
Il pm aveva già fatto notare l’incogruenza tra il disperato tentativo di occulatare il cadavere di Giulia e la volontà tutta da verificare di voler farla finita. Ancora in macchina, in fuga, Turetta avrebbe scritto ai genitori di Giulia: una confessione e le indicazioni per ritrovare il corpo.
“Quando sono stato fermato dalla polizia tedesca in auto c’erano delle coperte, una borsa con una scatola con qualcosa da mangiare, dei dolcetti, una bottiglia di sambuca, i regali per Giulia, due zaini. Poi c’erano dei fogli di carta ovvero una specie di lettera, che avevo scritto prima di tentare di suicidarmi a Berlino”.
L’idea era di confessare e stordirsi fumo e sambuca prima di ammazzarsi.
“Nella lettera ho scritto che ero colpevole, ho detto dove si trovava il corpo, il luogo, ho scritto ai miei genitori. In auto potrebbe esserci anche un sacchetto che ho usato per provare a suicidarmi, il coltello e le sigarette: ho pensato che se avessi fumato e bevuto sambuca, sarebbe stato più facile suicidarmi”.