Stanca del marito violento, una donna 38enne con tre figli fugge dalla casa in cui viveva con l’uomo, un alloggio Ater, ma si ritrova senza un tetto. E’ quanto accaduto alla donna, per non aver avvisato il Comune – gestore del patrimonio edilizio pubblico – che aveva lasciato l’appartamento e si era trasferita per proteggersi dalla madre.
Cavallino Treporti, fugge dal marito violento ma Ater le toglie la casa
Una storia surreale, davanti alla quale il sindaco del comune interessato, Cavallino Treporti, vicino a Venezia, allarga le braccia: “La signora – afferma Roberta Nesto – non aveva mai chiesto aiuto per la sua situazione ai nostri Servizi sociali, che avrebbero potuto inserirla nella rete di assistenza per madri in difficoltà con soluzioni abitative dedicate”. La donna in fuga aveva però fatto di più: aveva denunciato le violenze e le minacce ai Carabinieri e la segnalazione era arrivata al Questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, che aveva emesso un ammonimento nei confronti del violento, intimandogli di “interrompere immediatamente le condotte vessatorie” nei riguardi della compagna. Ma, come accade quasi sempre in questi casi, l’uomo, un marocchino padre di due dei tre figli della donna, da quell’appartamento non si era mai spostato.
Secondo il sindaco di Cavallino Treporti, sarebbe addirittura la conseguenza della “strada sbagliata” percorsa dal legale della signora, che invece, sostiene, avrebbe dovuto scegliere la via civilistica, “andando davanti ad un giudice, con la denuncia sporta ai Carabinieri, chiedendo l’allontanamento del compagno da casa, ferma restando l’assegnazione dell’appartamento Ater alla donna”.
L’avvocato aveva già avvisato il Comune e i Servizi Sociali
Le cose sono andate diversamente. L’avvocato, quando la 38enne si era già trasferita dai genitori, ha scritto una lettera al Comune di Cavallino Treporti e ai Servizi sociali, sollecitando per lei l’assegnazione di una nuova abitazione Ater, dato che la prima “è risultata inadatta alle esigenze abitative sue e dei suoi tre figli”, ma anche che “da oltre un anno è abitata esclusivamente dal compagno, in quanto la donna è stata costretta ad allontanarsi a causa dei suoi comportamenti violenti”. La donna, tra l’altro, ha continuato a pagare l’affitto. È stato così che il Comune è venuto a conoscenza di quello che ha definito “l”abbandono’ dell’alloggio Ater, senza autorizzazione”.
La giovane madre, anziché ricevere un aiuto, si è vista arrivare dal dirigente dell’ufficio Patrimonio la comunicazione che annunciava “l’avvio del procedimento di decadenza”. Perchè “il Comune non può assegnare un altro alloggio a un nucleo familiare che abbandona, senza autorizzazione, qualunque sia la motivazione personale, l’alloggio assegnato. Il cambio con una casa più grande è possibile solo mediante restituzione dell’alloggio originariamente assegnato”.
“Le regole dell’Ater, che il Comune deve rispettare, e la norma regionale sulle graduatorie, sono queste” precisa il sindaco Roberta Nesto. Che, poi, per un attimo, sembra tornare sui suo passi: “Se la signora però ha un diritto nessuno glielo toglie. Ma ci sono altre mamme come lei in questa situazione e in lista per la casa comunale”.
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