Allontanate dalla madre e messe in una comunità lontana km perché si rifiutano di vedere il padre. Lo ha deciso il tribunale di Pisa secondo cui due sorelle, di 16 e 12 anni, sarebbero state condizionate dalla mamma “malevola” e “ostativa” al rapporto delle figlie col papà.
La storia la racconta oggi l’edizione torinese de la Repubblica, che spiega come secondo la consulente la madre ha demonizzato agli occhi delle figlie ogni riferimento al paterno. E ha “assunto un ruolo ostruzionistico nel mantenimento dei rapporti con la figura paterna”. Per questo ha mandato le due sorelle in comunità. Ma non a Torino, dove risiede la madre. Bensì in Toscana. E ha condannato la madre a risarcirle di duemila euro ciascuna per non aver accettato di partecipare a un percorso di coordinamento genitoriale.
All’origine della vicenda c’è il divorzio tra madre e padre. Dopo la separazione la donna ha lasciato la Toscana per trasferirsi a Torino. Qui ha conosciuto un’altra persona e ha avuto un altro figlio. I rapporti con l’ex marito hanno cominciato a deteriorarsi. E le due sorelle hanno cominciato a rifiutare gli incontri con lui. Secondo la consulente del tribunale “l’avvio del percorso psicologico delle minori e dell’educativa territoriale non pare avere sortito alcun effetto. Pare invece che entrambe le sorelle si alleino anche tra loro nell’assunzione di posizioni di chiusura e di irrigidimento rispetto al rapporto con il proprio padre, che le stesse hanno sostituito, nella loro mente, con il compagno della propria madre. Ai loro occhi infatti vi è una assoluta idealizzazione dell’universo materno”. La legale della donna replica: “È una valutazione basata su tre incontri di soli 20 minuti, l’ultimo nel gennaio 2022 mentre i servizi sociali erano di altro avviso”.
Della vicenda si sta occupando anche l’assessora regionale Chiara Caucino insieme con la garante per l’infanzia Ylenia Serra: “Non posso entrare nel merito del procedimento giudiziario – ha spiegato Caucino – ma ho scritto agli enti competenti per chiedere informazioni. Mi domando come si sia arrivati a tanto. Tutti gli operatori che hanno eseguito l’allontanamento si sono comportati in modo egregio ma non posso che rilevare che ancora una volta non è stata ascoltata la volontà dei minori”.
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