Genova, Antonio Gozzi: “la nuova diga farà entrare navi che andrebbero da altrove”

A Genova, la nuova diga foranea del porto “consentirà di far entrare in sicurezza navi che altrimenti andrebbero da altre parti. Non condanniamo l’opera se c’è un’inchiesta in cui si parla anche di questa. Distinguiamo le vicende giuridiche dalle esigenze del territorio che deve riprendere a crescere secondo logiche di sviluppo e legalità. Che questa situazione non diventi l’alibi all’immobilismo”. Il verdetto di Antonio Gozzi, imprenditore elettrico, presidente di Federacciai e nel vertice di Confindustria, è senza appello.

“Sviluppo, crescita e legalità possono convivere. Guai a rallentare sulle opere. Servono procedure trasparenti”, proclama Gozzi, intervistato da  Massimo Minella per Repubblica.

“In una regione marginale come la Liguria sono arrivati finanziamenti pubblici senza precedenti, 7-8 miliardi che sono vitali per rimettere in movimento un territorio bloccato da decenni. Vanno utilizzati nel rispetto della legge. Ma guai a rallentare sulle grandi opere in programma, perché così torneremmo all’immobilismo».

“Ho 70 anni, spiega Gozzi, la mia formazione è liberale e socialista e quindi sono garantista fino al midollo. Rispetto il lavoro dei magistrati. Detto questo, è giusto fare qualche considerazione”.

Sollecitato da Massimo Minella, Gozzi espone.

1, “Genova e la Liguria mai hanno visto tutti questi soldi insieme. Soldi da spendere soprattutto per le infrastrutture e i collegamenti di cui abbiamo un enorme bisogno”.

2, “Nasce tutto da una tragedia e da come, dopo il crollo del ponte Morandi, i genovesi hanno saputo ricostruire con caparbietà, bene e velocemente, il nuovo viadotto San Giorgio. Il governo Draghi prima e il governo Meloni poi hanno deciso di mettere a disposizione ingenti risorse, una vera montagna, per consentire alla Liguria di uscire finalmente dal suo isolamento. Sappiamo com’è difficile muoversi in questa regione, senza treni ad alta velocità, con autostrade sempre congestionate, con pochi voli. Ci abbiamo messo più di trent’anni per avere il tracciato della Gronda. Quella ricostruzione del ponte, applaudita da tutti, ha rappresentato il riscatto dopo decenni di immobilismo”.

3, Servono procedure trasparenti. È fondamentale. Lo so che in momenti come questi ci si fa prendere dalla tristezza, ma da imprenditore mi sento di fare un appello a non abbandonare quella traiettoria di sviluppo che la regione e la città hanno intrapreso. Questa vicenda faccia il suo corso. Ma si continui a investire nel rispetto della legalità. Facciamolo anche per le nuove generazioni, quei giovani che quasi sempre se ne vanno dopo l’università perché non ci sono opportunità”.

 

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Sergio Carli