L’operaio navale 22enne arrestato per terrorismo a Genova si definiva sui propri account Facebook “guerriero e soldato di Dio” e “amante di Al Qaeda” e aveva acquistato la bandiera dell’organizzazione terroristica di appartenenza. Gli inquirenti hanno scoperto anche che l’uomo, originario del Bangladesh, si stava auto addestrando per compiere atti di violenza o sabotaggio di servizi pubblici essenziali, acquisendo in autonomia istruzioni sull’uso di armi da fuoco, in particolare sul fucile mitragliatore denominato Ak-47 e sulle tecniche militari di combattimento.
E, ancora, “divulgava attraverso la rete internet, i social network e i servizi di messaggistica istantanea, azioni violente riconducibili ai gruppi terroristici. Aderiva al gruppo informale denominato ‘il Gruppo dei 20’, composto da venti persone accomunate dal sentimento di affermazione assolutista, anche con metodi violenti, dell’Islam”. Secondo gli inquirenti in rete aveva anche manifestato la sua disponibilità al combattimento e al martirio creando e pubblicando un video nel quale si riprendeva mentre faceva esercizi ginnici con in sottofondo l’audio della canzone ‘Soldiers of Allah’ in lingua araba. Sempre sui suoi canali social è stato trovato un video in cui si riprende mentre ripete le parole di un canto apologetico del martirio in nome dell’Islam.
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